martedì 2 ottobre 2012

Continua la battaglia di Mary Garret contro i silenzi su anoressia e bulimia nel mondo della danza


La prima udienza del processo contro il Teatro alla Scala di Milano intentato dalla danzatrice Mary Garret è stata chiusa a favore del Tatro: Mary non sarà reintegrata. Era stata licenziata per "danno di immagine", per aver sollevato il problema dei DCA nell'ambiente della danza. Personalmente mi ha subito indignato che un'istituzione così prestigiosa, di fronte a una simile denuncia, non decidesse di correre ai ripari in ben altro modo: e cioè avviando indagini approfondite. Rinnovo dunque tutta la mia solidarietà a Mary e, dato che la sua battaglia è anche nostra - di tutti quelle che cercano verità e risposte, invito tutti a fare lo stesso. Su un blog inglese è uscita una sua intervista di cui vi propongo qui la traduzione. Fa riflettere e può essere utile farla girare:
• Il Tribunale di Milano si è pronunciato a favore del Teatro alla Scala in questa prima fase del processo. Vuole opporsi alla sentenza?
La decisione è stata presa nella fase iniziale, prima ancora di sentire eventuali testimoni, e quindi sicuramente mi opporrò. E' una battaglia giusta; l'ho intrapresa mio malgrado, ma ora ho intenzione di combatterla fino alla fine.
• Come pensa si concluderà il processo?
Penso che finirà a mio favore. Ho sempre creduto nella giustizia e confido che la questione sarà valutata con tutta l'attenzione necessaria, arrivando al cuore del problema e cogliendo il vero significato delle mie parole. Le cose possono sempre migliorare.
• Ritiene ci sia un legame tra l'anoressia e l'ambiente della danza o dello sport in generale?
Numerosi studi mostrano la ricorrenza di disturbi alimentari in ambienti professionali e nelle scuole di danza, ma chiunque se ne può ammalarsi: si tratta di malattie comuni in molti ambienti e non solo in quegli ambiti in cui un corpo sano sarebbe della massima importanza.
• Come inizia un disturbo alimentare?
Le cause possono essere molteplici e molto profonde. Non posso rispondere in dettaglio perché non sono un medico, ma gli studi che ho citato mostrano quali possono essere i fattori scatenanti, sia nelle scuole come nel corpo di ballo. Una delle ragioni può essere la concorrenza tra ballerini che coprono i primi ruoli. Ma è anche dimostrato che una delle difficoltà principali è che spesso le persone stesse negano di avere un problema. I DCA sono malattie progressive che vengono aggravate proprio dall'essere ignorate e non diagnosticate in tempo.
• Anche il direttore del Royal Ballet ha recentemente sollevato il problema. Perché pensa che fino ad ora vi sia stata tanta reticenza?
Credo perché si preferisce mantenere lo status quo ... Il bisogno di nascondersi dietro il "corpo da ballerino", senza ammettere che ci sia una mentalità sbagliata ereditata dal passato che può e deve essere cambiata. Il cambiamento fa sempre paura, ma gli studi dimostrano che quella cultura, che ha dominato fino ad oggi, non è più sostenibile.
• Come rispondebbe a coloro che l'accusano di aver sollevato la questione solo per pubblicizzare il suo libro?
Non devo difendermi da accuse di persone che non conoscono me e la mia storia. Non credo che nessuno voglia rischiare di perdere un lavoro, che è anche un sogno della sua vita, solo per un po' di pubblicità. Chi ha letto il mio libro e seguito la mia storia sa che tutto è molto più semplice e più vero di quanto descrivano i miei detrattori.
• Qual è lo scopo della sua battaglia?
Sensibilizzare su un problema che colpisce numerorissime persone. In Italia mi piacerebbe vedere più specialisti monitorare il percorso dei ballerini, troppo spesso lasciati soli nell'affrontare le loro difficoltà. Nel nostro paese non esiste ancora una giornata nazionale dedicata a queste malattie; ma con Mi Nutro di Vita, l'associazione che mi ha nominato membro onorario, stiamo lottando per ottenere che sia scelto a questo scopo il 15 marzo, la data in cui il suo presidente ha perso la figlia di soli 17 anni, a causa della bulimia.
• Guardando indietro, rifarebbe tutto quello che hai fatto?
Certo! Il problema è troppo grande per mettere i miei interessi personali prima di quelli di così tante persone. Non potete immaginare quante e-mail e messaggi di ringraziamento ricevo da ragazze, ballerini e tante altre persone: messaggi che mi danno, nella mia battaglia, la forza di tornare a sperare. Ho detto delle cose semplici e il dibattito a cui questo ha portato è la migliore risposta.

Traduzione da intervista rilasciata dall'ex-solista del Teatro alla Scala Mariafrancesca Garritano, in arte Mary Garret, licenziata il novembre scorso dal teatro per "danno d'immagine". Mary Garret aveva scritto un libro intitolato La verità, vi prego, sulla danza e in un'intervista al quotidiano britannico The Observer aveva parlato del problema della presenza dei DCA anche nella sua prestigiosa compagnia di balletto. Pochi giorni fa il Tribunale del Lavoro di Milano ha respinto la sua richiesta di reintegro, ma lei sostiene che continuerà la sua lotta, perché "quando si dice la verità non si dovrebbe mai aver paura di andare fino in fondo".  Fonte: Alessandra Addari su InteractBlogs