giovedì 26 novembre 2009

Messaggio personale per tutte/i voi, e di CIAO per piccola Virgi...

Ecco, non so da quanto vorrei dirvi queste cose... potrei dire che ho cercato per mare e per terra qualcosa che mi aiutasse a dirvele proprio in "questo" modo.. e manco a farlo apposta ecco che l'ho trovato.



Non avrei altro da aggiungere.. tranne che: in fondo.. noi tutti vogliamo solo l'amore, non è vero? Ma il percorso tortuoso per cui vorremmo essere felici e allora > pensiamo che lo saremmo se avessimo l'amore, e allora > pensiamo che l'avremmo se fossimo magre > e quando già lo siamo, che l'avremmo se diventiamo magre come chiodi eccetera > arriva SOLO contro un muro contro il quale si sbatte la testa.
Di questo, servono altre prove? Dai, non prendiamoci in giro. Come dicevo nel blog di Virgi... non è neanche più una fissazione che rende interessanti, "speciali", uniche... dato che le statistiche dicono che (dichiarata o meno) ormai proprio QUESTA è diventata la malattia più di massa che c'è. Con sempre gli stessi pensieri, e le stesse parole.. in un GIOCO DELL'OCA in 7 mosse:

1. ana PRENDIMI! salvezza della mia vita, cn te per sempre, stay strong! ecc.
2. come sto bene, come mi sento leggera e potente, che gioia, viva ana, ana per sempre ecc.
3. anche oggi vomitato l'anima, lassativi, digiuni, abbuffate ecc.. ana mi hai abbandonato.. perché..? sob, torna da me!
4. basta! da domani riprendo il controllo stay strong ecc..
5. nn ce la faccio, sono una fallita ecc.. non avessi mai cominciato!
6. nn fate come me..! da qui nn si esce.. e comunque io nn so perché ma io nn posso... io NON voglio uscirne! ma voi no.. non fatelo! sig ahimé eccetera.
7. basta! RICOMINCIO! stay strong! da domani riprendo il controllo! ana torna da me ecc.
(e da qui si torna al punto di partenza).

E così all'infinito.. finché non si decide che cambiare PENSIERI si può, perché il solo atto di provarci SMUOVE potenti energie, energie REALI (vedi video), che con le loro azioni REALI sul mondo cambiano REALMENTE la nostra vita.

Non è un'idiozia, né una zuccherosa illusione; questa è realtà dimostrata, che ti dice: SE vuoi la gioia, smetti di pensare che vuoi un'ALTRA cosa, perché "quando l'avrai sarai felice". Se vuoi la gioia, pensa la gioia. Se vuoi la pace, pensa la pace.
Se vuoi l'amore, smettila di aspettarlo da "fuori", ma pensa l'Amore e lui ENTRERA' nella tua vita, perché l'hai invitato.

PS- piccola Virgi, per mettere in atto i propositi che hai appena proclamato nel blog dovrai armarti molto bene... e se usi le armi giuste ce la farai benissimo! Spero che qualcuna ti potrà venire proprio, anche, da questo video.

giovedì 19 novembre 2009

Una corrente imbizzarrita.

ma la vita, COME ce la si riprende..?
Ciao carissime/i a cui voglio bene. Sembro sparita ma ci sono e vi leggo e perciò ora nn riesco a a dormire, prima voglio scrivervi. Prendo lo spunto dagli ultimi 2 commenti che ho trovato qui… ma in fondo è lo stesso che trovo in altri mille, nel mio come negli altri blog.

Ma facciamo un passo indietro, a prima di questi 2 commenti… per ricostruire questi 2 “dialoghi” (tra post e commenti vari):
1. AL – MARI:
AL: “non credevo che la parola VUOTO potesse contare così tanto nella mia vita"..

MARI: “secondo me il VUOTO è la cosa che paradossalmente riempie la vita della maggior parte della gente. Ma se ci si accorge che è così, si SMETTE di stare nel vuoto. Come? pensaci, e vedrai che trovi il modo per entrare nel PIENO. Sai cos'è la differenza dal "vuoto"? amore, solo quello; e nn è necessario che arrivi da fuori, l'amore è una facoltà di ciascuno, per portarlo nella nostra vita bisogna guardare alla propria (facoltà.. intendo). 
E' semplice più di qto sembri.. cmque appena lo intuisci, capisci che nn devi proprio invidiare più nessuno, per niente.. sei tu la persona invidiabile. Se solo riuscissi a vederti”.
AL: “appena letto il tuo commento non avevo capito appieno. E soprattutto in quel momento non avevo voglia di scavare dentro di me, e per capire dovevo scavare dentro di me. Beh, ora lo so. Io non voglio mollare. Devo liberarmi di tutto questo. … non avevo alcuna voglia di mangiare PER UNA VOLTA! A pranzo seguirò la dieta prescritta dal dietologo”.
Ma poi, ancora AL: “sono fottutamente presa da questo spietato ciclo quotidiano da cui non riesco più ad uscire. Ed è l'unico pensiero, l'unico. ... Sono una fallita che dipende da una sottospecie di droga, ingabbiata trascorre la sua vita”.

ok, però il nome del suo blog è cambiato, mi pare.. forse sbaglio! ma ora è “STANCA DI UNA MORTE A LUNGO TERMINE. PRONTA A LOTTARE PER RIPRENDERMI LA VITA”.
E qui MARI chiede… Bene, ma come mai non hai scritto (come si vede molto più spesso!!): “stanca di essere una vacca vorace, smetterò di mangiare”..?
Perché il problema nn è appunto “ pesare” o “mangiare” poco, ma VIVERE. Riprendersi la vita, giusto. E fa grande piacere leggere che in un commento poi dici: "... ma la forza interiore possiamo procurarcela, è nascosta dentro di noi, ma c'è".. E beh... se cominci a pensare a te in questi termini non devi dubitare che LA VITA te la riprenderai.

Ma come ce la si riprende..? come.. come? COME??

2. SRIJPB – MARI:
SRIJPB: “al primo posto c'è quello che voglio io... il mio obbiettivo... la mia felicità... i miei 28 chili... sono dimagrita di altri due chili... ce la posso fare!!!”
MARI: Certo che ce la puoi fare, in tantissime ci riescono, perdendoci la salute e il cervello, puoi farcela anche tu... ma se ce la farai, o anche solo se ci proverai per un po', lascerai il tuo cavallo SOLO e in balia di chissà chi; nn nasconderti dietro un dito. Non è questione di "venderlo": è questione di metterti in condizione di cadere e spaccarti le ossa, oppure di nn poter più montarlo, punto. Perché fingi di nn sapere?”
SRIJPB: “Sono andata in maneggio pure oggi ma non so cosa stia succedendo... non riesco più a saltare, a fare nulla, continuo a cadere... sono caduta anche oggi... Moreno non me ne perdona più una... nel senso arrivo un po' male davanti al salto, rifiuto... per qualsiasi minima cosa rifiuto... non capisco cosa gli sia preso... (...) però la mia felicità si avvicina... oggi non ho mangiato nulla”
MARI: "Perché fingi di nn capire? per chi, per cosa, devi gettarti in questo spettacolo? nella vita c'è una VERITA', la cui profondità e realtà dipende in buona parte da NOI. 
Fai le tue scelte, scelte vere.. tocca a te guidare la tua vita, nn è questo che devi fare.. nn è seguire passivamente una corrente imbizzarrita".

E qui, SRIJPB chiede… cosa intendi con “corrente imbizzarrita”?
Ma poi fa un post pieno di verità, in cui smette di parlare di diete e di chili, ma parla del suo VERO DOLORE, di suo padre e di tutto lo strazio di questo rapporto.

Allora lo capisce benissimo da sola cosa intendevo dire ??
Intendevo che un pensiero come "per star bene devo pesare 28 kg" è IL VUOTO STESSO.. e un pensiero assolutamente vuoto è una CORRENTE IMBIZZARRITA che ti porta via dalla TUA STRADA.
Mentre la nostra strada, quella di ognuno di noi, è guardare ciascuno a se stesso con coraggio, prendersi per mano con coraggio e dolcezza, fare per se stessi ANCHE quello che nn han saputo, o potuto, fare gli altri.. e tutto questo comincia proprio dal saper gridare le cose VERE, ma per farlo è necessario smettere di gridare di chili e di diete… perché con argomenti vuoti inganniamo noi stessi, i PENSIERI VUOTI servono PROPRIO a calare una fitta nebbia sui nostri problemi e aspirazioni profonde.

Vorrei anche condividere quel che ho detto a Tsukinchaos, che inaugura il suo blog dicendo che ora sconfiggerà il binge con il controllo: una cosa che dentro di noi sappiamo già tutti, e cioè che NON SI PUO' sconfiggere un'ossessione cn un'altra ossessione, così si cambia solo il tipo di altalena. SE hai un'ossessione devi chiederti PERCHE' lei è nata dentro di te, e affrontarla senza panico (e la restrizione esagerata è panico). Questo è solo lasciarsi schiacciare dalla propria sofferenza, invece di affrontarla.

E qui arriviamo a quella domanda là sopra: ma la vita, COME ce la si riprende..?
Basta girare un po' nei blog, partecipando attentamente... ed è evidente che tutti sappiamo già che si fa solo affrontando la propria sofferenza; perciò tutti qui si dividono fra quelli che hanno già il CORAGGIO di cominciare e quelli che sono ancora paralizzati dalla paura... ci si potrebbe suddividere "per diversi gradi di paura"... cioè.
Insomma (che si abbia voglia di capire o meno) si torna sempre al problema di "affrontare la sofferenza" (e dunque la paura) - ma questo NON SI PUO' FARE a muso duro.. ma, in un certo senso, danzando con lei. Danzare come fanno le onde del mare. A volte calme.. a volte furiose.. ma respirano insieme, andando insieme da qualche parte. Danzare prevede di accettare, di guardarsi, di muoversi insieme.. ESPRIMENDOSI... verso qualcosa che pian piano si trasformi.
Cara SRIJPB, hai presente quando un cavallo che ancora NON ti ha accettato continua a scartare, a rompere il passo ecc..? ma sarà il tuo cavallo.. tu lo sai, e perciò lo vuoi domare. Lo puoi fare in 2 modi: uno è SOTTOMETTERLO (hai presente i tanti cavalli argentini che restano "traumatizzati"?), e l'altro è DANZARE con lui. Hai presente il momento magico in cui lui, dopo mille rifiuti, improvvisamente diventa fluido..? è qualcosa che si scioglie... il tuo corpo e il suo iniziano a danzare insieme.. è come se i tuoi muscoli fossero i suoi, si inizia a "schiumare dolcemente".. a sudare e a PENSARE insieme.. non è vero? mentre si FATICA, c'è una corrente di coesione, di dolce fiducia reciproca, di riconoscenza uno verso l'altro, anche. Non è vero? A me è successo una volta sola! ma indimenticabile.. e ho capito perché si paragona tanto andare a cavallo con il fare l'amore.. ma quello vero però mica "scopare" (quello è appunto l'altro modo).
Beh, quel che vorrei dire è che con la sofferenza e la vita può essere UGUALE. La vita è (anche) fatica, e dolore, ma non per questo deve essere angoscia.
Insomma.. desideravo condividere questi piccoli stralci di dialoghi, e pensieri... Perché in poche parole, secondo me, celano IL problema, e in fondo anche la sua soluzione. SEMBRO UN DISCO ROTTO, LO SO. Ma anche tutte le cieche chiamate alle diete e alla bilancia, lo sono… è una guerra fra dischi rotti… Che vinca il migliore.

Veggie ha lasciato un lungo commento bellissimo.. es oprattutto IMPORTANTISSIMO, sul blog di Evaluna, che si conclude con questa frase:
"Dopo anni ed anni, ho cominciato ad insegnare a me stessa come spezzare il circolo vizioso che stavo ostinandomi a percorrere.

 Capendo finalmente che.

 Non. Ho. Bisogno. Dell’. Anoressia. Per. Essere. Speciale”.

Scusa se te la rubo e la trascino anche qui, Veggie. Buonanotte a tutti con un bacio - e grazie a chi ha avuto o avrà la pazienza di leggere.

lunedì 9 novembre 2009

E se sapeste che il futuro non c'è... che presto dovrete morire, e ogni cosa è barbarie?

Per cosa viviamo? Cos'è la "felicità"? Avete mai pensato alla felicità come a una "facoltà", un "senso" dell'anima, che si può esercitare, con determinazione e fiducia, come si esercitano i muscoli? Avete mai provato a chiedere non "cose" che diano felicità, ma aiuto a sviluppare questa facoltà?

21 novembre 1941
(…) … balzo dal divano foderato di azzurro incalzata da una domanda.. “la domanda”. Mentre sono piena di problemi di etica, di verità … ecco che spunta fuori un “problema di cibo”. Forse qualcosa da analizzare, dopotutto? Penso che ogni tanto – ma meno di un tempo- mi rovino semplicemente per mancanza di controllo, una sorta di avidità per cui nn c’è ragionamento che tenga. E d’un tratto penso che ho “un problema di cibo” e che vada messo in chiaro. Dopo tutto, è un fatto SIMBOLICO. Probabilmente è la STESSA avidità della mia vita spirituale. Questo voler incamerare un’enorme quantità di cose, che ogni tanto culmina in una pesante abbuffata: potrebbe essere una spiegazione e forse esiste una relazione con questa ansia e con la mia cara mamma (…) Con QUELLA PAURA che nella vita TI SFUGGA QUALCOSA finisci per PERDERE TUTTO, per mancare la realtà.

Giorni dopo
(..) stanotte un sogno sul problema del cibo. (…) tanta gente intorno a un tavolo e S. a capotavola mi chiede: perché non vai mai a trovare gli altri? E io: perché quel mangiare è una gran noia. (…).

Giorni dopo
Qualcosa mi sta succedendo e non so se è un semplice stato d’animo o qualcosa di serio. Mi sembra di reggermi di nuovo su me stessa. Ieri sera pedalavo nella buia e fredda strada- se solo potessi ripetere tutto quel che borbottavo: mio Dio, prendimi per mano, ti seguirò, non farò troppa resistenza. Non mi sottrarrò a niente (..) ma tu ogni tanto concedimi un breve momento di pace. (…) Purché tu mi tenga per mano. Andrò dappertutto allora, e cercherò di non avere paura. E dovunque mi troverò cercherò di irradiare un po’ di quell’amore, di quel vero amore per gli uomini che mi porto dentro. Ma non so se è vero, non so se lo possiedo. Non voglio neanche essere così “speciale”, voglio solo cercare di essere quella che in me chiede di svilupparsi pienamente. (…) e lo farò, malgrado la stanchezza e il senso di ribellione che ogni tanto mi prendono. Prometto di vivere questa vita fino in fondo, di andare avanti.

Giorni dopo
Ieri sera, subito prima di andare a letto, mi sono trovata improvvisamente in ginocchio nel mezzo di questa grande stanza, tra le sedie di acciaio e la stuoia chiara. Un gesto spontaneo, spinta da qualcosa più forte di me. (..) queste parole mi accompagnano ormai da settimane: bisogna avere anche il coraggio di dirlo. Avere il coraggio di pronunciare il nome di Dio. Una volta S. mi ha detto che ci ha messo molto tempo, come se ci avesse sempre trovato qualcosa di ridicolo. (..) può sembrare paradossale, ma S. guarisce le persone insegnando loro ad accettare il dolore.

Lunedì 18 maggio 1942
(..) le minacce e il terrore crescono di giorno in giorno. Mi innalzo intorno una preghiera come un muro oscuro che offra riparo, mi ci ritiro come in una cella, ne esco fuori più raccolta, concentrata e forte. Questo ritirarmi diventa una realtà sempre più grande e un fatto sempre più oggettivo (..) e potrei immaginarmi un tempo in cui starò inginocchiata per giorni e giorni – sin quando nn sentirò intorno questi muri che mi impediranno di sfasciarmi, perdermi e rovinarmi.

Martedì 26 maggio 1942
(…) “ci si abbandonava smodatamente alle proprie tristezze, fino all’autodistruzione”: è diventata una frase leggendaria, ora non succede più. Anche nei giorni di grande stanchezza non mi lascio cadere così in basso. La vita rimane una corrente continua e ininterrotta, forse in questi giorni un po’ più ostacolata, ma continua a scorrere. Non dico più: sono così infelice, nn so più che fare, questo nn mi importa più di niente. Una volta, avevo ogni tanto la pretesa di essere la persona più infelice della terra.

Sabato 30 maggio 1942
(…) fra le nude braccia della vita (ieri sera) stavo così sicura e protetta e pensavo: com’è strano. C’è la guerra. Ci sono campi di concentramento... barbarie si accumulano. Camminando per le strade so che in quella casa c’è un figlio in prigione, in un’altra un padre preso in ostaggio, o un ragazzo diciottenne condannato a morte. So quanta gente è agitata, il grande dolore umano che si accumula, la persecuzione e l’oppressione: so che tutte queste cose esistono e continuo a guardar bene in faccia ogni pezzetto di realtà nemica. Eppure, in un momento di abbandono, mi ritrovo sul petto nudo della vita e le sue braccia mi circondano così dolci e protettive, e il battito del suo cuore nn so ancora descriverlo: così lento e regolare e così dolce, quasi smorzato, ma così fedele come nn dovesse arrestarsi mai, e anche così buono e misericordioso. Io sento la vita in questo modo, né credo che una guerra, o altre insensate barbarie, potranno cambiarvi qualcosa.

Martedì, 9 giugno 1942
(… notizie dal ghetto, evidenze dell’annientamento – certezze di catastrofe) chiaro che nn gli ho detto tutte queste cose nella nostra passeggiata – gli ho detto solo: forse è la mia paura di non superare la prova. E lui, molto serio e calmo insieme: quella prova verrà per tutti noi.
Dopo di che ha comprato cinque piccoli boccioli di rosa e me li ha messi in mano dicendo: “lei non si aspetta mai nulla dal mondo esterno, e così FINISCE SEMPRE PER RICEVERE QUALCOSA”.

Sabato, 20 giugno 1942
(…) dappertutto disposizioni che ci vietano sempre nuove cose. Ora gli ebrei non possono nemmeno andar in un parco. Ma sopra quell’unico pezzo di strada che ci rimane c’è pur sempre il cielo, tutto quanto. Non possono farci niente, non possono veramente farci niente. Possono (renderci la vita infernale) e tuttavia: siamo soprattutto noi stessi a derubarci da soli. Trovo bella la vita, e mi sento libera (…) la vita è difficile, ma non è grave. (..) “lavorare su se stessi" non è proprio una forma di individualismo malaticcio. Una pace futura potrà davvero essere tale solo se prima sarà stata trovata da ciascuno in se stesso – se ogni uomo si sarà liberato dall’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore, se non è chiedere troppo. E’ l’unica soluzione e potrei continuare per pagine e pagine.
Sono una persona felice e lodo questa vita, la lodo davvero, nell’anno del Signore 1942, l’ennesimo anno di guerra.
(dal Dario di Etty Hillesum, morta ad Auschwitz nel 1943).

martedì 3 novembre 2009

Solo alcune, fra le parole che ci ha lasciato

Era una matta, più matta di voi, di tutte noi messe insieme; e chi la salvò fu la Poesia.

La carne degli angeli
Un punto è l'embrione
un secolo di vita
che ascolta l'universo
la memoria del mondo
fin dalla creazione.
L'uomo che nascerà
è un'eco del Signore
e sente palpitare in sé
tutte le stelle.

Sono nata il 21 a Primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.

Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.

Non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti,
di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino all' orecchio degli amanti.
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

Bambino, se trovi l'aquilone della tua fantasia
legalo con l'intelligenza del cuore.
Vedrai sorgere giardini incantati
e tua madre diventerà una pianta
che ti coprirà con le sue foglie.
Fa delle tue mani due bianche colombe
che portino la pace ovunque
e l'ordine delle cose.
Ma prima di imparare a scrivere
guardati nell'acqua del sentimento.