venerdì 28 ottobre 2011

Feminist Blog Camp: cos'è e dove

Siete a Torino? siete nei paraggi? siete da tutt'altra parte ma siete libere per il week end? Ma anche: siete blogger o no? siete donne o no? siete alla ricerca di voi stesse o no? volete di più o no? ..se almeno 3 risposte sono si, potreste fare una puntatina al Feminist Blog Camp.
E cosa sarebbe il feminist Blog Camp? Seminari, workshop, proiezioni, dibattiti, musica, arte, spettacoli, reading, cultura, per un evento che nasce dall'idea di blogger femministe e blogger disertori (del patriarcato) che costituiscono già una rete di attivismo antisessista nel webE' aperto a tutti e tutte, anche a chi non ha un blog. 
Fra gli obiettivi scambiare esperienze e conoscenze per migliorare l'impatto della propria comunicazione sul web; ma anche molto di più: a questo link trovate il PROGRAMMA delle 3 giornate. E a Torino magari trovate anche Musidora.
Peccato.. una delle giornate è già quasi finita! colpa mia, io e il computer oggi eravamo in ti-tti-ttilt.

sabato 22 ottobre 2011

Soccorrici, Amore.

Soccorrici, Amore.
Sono giorni che quasi non dormo per la tristezza di quello che è successo a Roma. Quando la fiducia in se stessi risorge, è il momento in cui grandi movimenti possono cambiare il mondo davvero. Ma se prevale quella parte di persone mosse dalla disperazione... si crea la sola cosa che la disperazione sa produrre: il disastro in stato di sonno; il suicidio. 
Qualcosa che, se non agiamo subito, se non svegliamo i dormienti, poi non si ferma più.

venerdì 14 ottobre 2011

Senonoraquando sta pensando. 15 ottobre anche delle donne, lo stesso.

C'era una vecchia canzone milanese che diceva: "se passate da via broletto, al n° 34, parlate sottovoce.. al primo piano, dorme l'amore mio..."
Poi, secondo un copione non raro, lui l'ammazza, e l'ultima frase dice: "se passate da via broletto, al n° 34, potete anche parlare, gridare e starnutire, l'amore mio, non si sveglieràààà.. è tanto bella, sembra che dorma, ma proprio in mezzo al cuore, ha un forellino rossooo, rosso come un fiore".
Anche Senonoraquando -a quanto pare - riposa, ma (sperando che nessuno le abbia sparato al cuore) non mi sembra il caso di star zitte per farla riposare meglio. Per chi è a Roma, o ci va per il Global Change, vi segnalo che domani un gruppetto di libere pensatrici si sono date appuntamento per sfilare fra donne, senza stare ad aspettare la linea da se-non-ora-quando. QUI tutte le info.

domenica 2 ottobre 2011

Lettera aperta alla giornalista di moda Paola Pollo e al direttore del Corriere

Cara Paola Pollo, io non la conosco, e sul piano personale lei è di sicuro una brava persona; sul piano professionale, però, lei è come tutte le altre giornaliste che parlano di moda: irresponsabilmente alimenta messaggi che fanno male alle persone. Lei lo sa, su questo non c'è alcun dubbio; l'informazione che vorrei darle è che lo sappiamo anche noi. Se ne faccia una ragione: tutto questo civettare con stilisti che sparano tendenze delinquenziali, come un pazzo spara dalla finestra con un bazooka, non solo è colpevole, ma lo è oramai smaccatamente, sotto gli occhi di tutti. Dopo anni e anni di questo andazzo, che ha contribuito notevolmente a fare dell’anoressia una piaga sociale, tutto quello che sapete fare è infiorare i proiettili con qualche occasionale articoletto superficiale e ipocrita, sempre seguito da nuove sparate. La sua sparata in oggetto, addirittura, sovrasta un trafiletto di Paola De Carolis (nella stessa pagina) che punta appunto il dito sul grave problema della percezione di sé indotta dall’immagine della donna falsata dai media, lo sovrasta letteralmente, e sprezzantemente lo ignora- il che suona crudelmente sarcastico. Mi scusi, ma mi sono arrabbiata; mi sembra che come uno zerbino lei si sdrai davanti a persone potenti che lanciano veleno nel mondo e se ne renda complice: e con lei il suo giornale. 
E’ un bello schifo, signora Pollo, il nocciolo è questo. Lo fanno tutti, certo. Lei, e il Corriere, e il suo direttore, siete come tutti gli altri: né meglio né peggio; ma sa una cosa? il Corriere è la più antica e prestigiosa testata italiana, potrebbe permettersi di essere qualcosa di meglio. 
E perché? Di che mi lagno? Non mi chieda che c'è di male, a mettere al centro pagina una persona malata di anoressia e vestita come una bambola, in esplicita accoppiata con una Barbie, una bambola sessualizzata e anoressica, perfetta immagine di quella donna-pegggio-che-oggetto da cui noi donne cerchiamo disperatamente di difenderci da sempre, ma senza successo, grazie anche alle (altre) donne che remano a braccetto con stilisti e puttanieri - tra cui sono molte le giornaliste. 
Giornaliste come lei signora Pollo: che però non è una pivella, nel suo piccolo (da guru della moda, come la definisce Lina Sotis) ha un vero potere nelle sue mani, e lo sa – il che la obbligherebbe a fare di meglio.
Una vera giornalista, che ha a cuore l’informazione oltre che i vestitini, avrebbe sottolineato che questa simpatica “ossessione” degli stilisti (come lei l’ha definita) ha francamente stufato: hanno stufato le sue conseguenze che si pagano in termini di perdita di dignità delle donne, ma anche di dolore: di malattie e lacrime. 
E invece a cosa assistiamo? All’ennesima incoronazione di 4 malfattori imbellettati, alla faccia nostra, e delle centinaia di migliaia di famiglie devastate dai drammi dell’anoressia bulimia. 
Tutto questo è colpevole, signora Pollo, e lo è alla luce del sole, come lo sono le colpe dei politici corrotti e puttanieri nonché gli affari dei loro puttanoni, che con successo sono assurti da reati e affaracci come minimo sconvenienti a stile di vita, qualcosa di cui vantarsi. Il sottile filo di sicurezza che separava vizi privati da pubbliche virtù è trionfalmente spezzato, nel bene e nel male, e diciamo pure che si scopre che se ne ricava solo male: di cui noi popolaccio facciamo le spese. 
E questo è tutto. Cordiali saluti. Mari, e le altre