domenica 25 novembre 2012
Oddio, oggi si vota alle Primarie, e io non volevo votare, e cambio idea solo alle 14,15
NON pensavo; no: non pensavo proprio di votare quest'anno; e quindi nemmeno alle primarie. Ma ora, dopo tanti giorni che non leggo i giornali, trovo su fb una lettera di una candidata alle Primarie (una donna! cos'è, uno scherzo??). E infilo la giacca e corro a votarla. La lettera è rivolta, ma guarda un po', proprio a Mary Garret (personaggio di cui su questo blog mi sono già più volte occupata, ultimo post compreso). La quale le chiedeva riguardo al fatto che ogni denuncia sul problema dell'anoressia caschi nel vuoto (nel suo caso, con annesso licenziamento). Ed ecco la risposta:
Cara Mariafrancesca,
ricevo tante lettere e non riesco a rispondere a tutte, ma alcune, come la sua, è come se fossero firmate non da una, ma da schiere di persone da troppo tempo inascoltate. Mi rendo conto - ormai tutte le donne che parlano molto con le altre donne, di sé, dei figli, ne hanno una percezione allarmante - di quanto i disturbi alimentari siano ormai una tragedia che colpisce moltissime famiglie, che non hanno sufficiente supporto dalle istituzioni. Lo ritengo un problema sottovalutato, o meglio: considerato importante a parole, ma riguardo al quale c'è un'inerzia che sfiora la connivenza. E uso questa parola non a caso: perché è innegabile quanto i modelli offerti dai media e i messaggi pubblicitari e della moda abbiano contribuito al deflagrare di un malessere che trova buon gioco anche nell'ansia diffusa fra i giovani, nella loro paura del futuro, nel prevalere di atteggiamenti competitivi e, soprattutto, in una difficoltà diffusa di relazioni, qualcosa che attanaglia con veri vuoti d'amore. Tutto ciò si trasforma in percezioni distorte del proprio corpo e in rapporti distorti con il cibo, qualcosa che è profondamente inadeguato affrontare solo con la medicalizzazione del problema, e i risultati si vedono.
La gravità crescente dei disturbi del comportamento alimentare è innegabile, tanto che da anni l'anoressia-bulimia è riconosciuta come malattia sociale; eppure le stesse famiglie colpite non lo sanno e arrivano con gravissimi ritardi a conoscere le eventuali risorse a disposizione. Nel 2007, anno in cui il mInistro per le Politiche Giovanili Melandri promosse il manifesto della moda italiano contro l'anoressia, già i dati erano questi: "l'influenza negativa dei modelli estetici 'anoressici' interessa anche la pre-adolescenza: il 60,4% delle ragazzine italiane tra i 12 e i 14 anni coltiva il desiderio della magrezza, il 24% si è già sottoposto a dieta, il 34% ha inventato la sua dieta senza consultare un medico (fonte Società Italiana di Pediatria)". Da allora la situazione ha continuato a peggiorare; sono del 2009 i dati resi pubblici dalla Società italiana per lo studio dei disturbi del comportamento alimentare, secondo cui anoressia e bulimia sarebbero la prima causa di morte fra tutte le ragazze dai 12 ai 25 anni. Un dato agghiacciante, e oggi il solo dato certo è che i disturbi alimentari sono in continuo aumento, mentre l'età della loro comparsa è in discesa vertiginosa, tocca ormai perfino le età prescolari. I genitori in gravissima difficoltà non hanno strumenti per capire e per intervenire in soccorso dei propri figli. Dunque, per quanto del problema si senta parlare molto, la realtà è che si è fatto molto poco. Un mese fa si è tenuta una Conferenza nazionale di consenso sui Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA), che ha prodotto specifiche raccomandazioni, ed è di pochi giorni fa l'istituzione di un numero verde SOS Disturbi Alimentari. Un'iniziativa che è in ritardo di almeno 10 anni, ma fa piacere che qualcosa si stia muovendo, dopo tanti anni di inerzia. Cosa è stato, infatti, degli intenti di quel manifesto? "lettera morta", è la sola risposta che si può dare. Se la moda e l'informazione non sono in grado di autoregolarsi, le istituzioni devono intervenire con delle leggi e con programmi seri di informazione, ma non solo. Abbiamo un bisogno disperato di bellezza, di speranza, di nutrimento culturale e spirituale: ed è precisa responsabilità della politica un ritardo inaccettabile, in questo come in tanti altri campi. La proposta di una giornata nazionale di informazione, per la prevenzione e la lotta ai DCA, è senz'altro un obiettivo da sostenere. Ci sono associazioni serie che da anni combattono senza mezzi; ritengo che non si possa più rimandare un piano di intervento basato su un'alleanza con queste strutture in grado di valorizzare la loro esperienza preziosa. Garantisco a lei, cara Mariafrancesca, ai genitori che hanno perso i propri figli, a tutte le persone che soffrono e a quelle che vi si dedicano in prima persona, che battermi su tutti questi fronti fa parte del mio impegno per una rinascita culturale senza la quale le leggi, non mi stancherò di ricordarlo, possono fare ben poco. (Laura Puppato, 22 novembre 2012)
Ma.. Puppato chi??? ho fatto un giro di un'oretta in rete, ho dato anche una bella scorsa al tuo programma e alla fine: ok, mi hai convinto, Laura Puppato; mi cerco dove sta il mio cavolo di seggio e corro a votarti.
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