domenica 12 luglio 2009
Una fiaba che parla di te
Vieni, guarda: adesso cominciamo; quando saremo alla fine ne sapremo più di adesso, perché questa storia ci insegna cose sul peggior Spirito del mondo, il DIAVOLO.
C’era volta una bambina di nome Gerda, che abitava di fianco a un bimbo come lei che si chiamava Kay, e con lui cresceva fin da piccola in strettissima amicizia. Sotto l’arco profumato di due rose rampicanti i bambini giocavano senza posa, si raccontavano storie e conoscevano il mondo. Quando invece scendeva il gelo giocavano insieme dalla nonna. Una volta, guardando la neve cadere, la nonna raccontò una vecchia leggenda… “quei fiocchi sono come bianche api dell’inverno; Inverno è la loro Regina, e dove lei passa tutto diventa bianco e splendente. A volte, col suo soffio ghiacciato, disegna fiori di brina alle finestre, appende pizzi di pietra preziosa … è così bella! Ma fate attenzione che non si avvicini troppo! Perché la sua anima è fredda come lei, e viene a portar via i bambini che ha scelto!”. Tornato a casa, nel buio il bambino ripensava a queste cose, col viso contro il vetro gelato. Ed ecco, un grande fiocco di neve si fermò sulla finestra e si trasformò scintillando in una fanciulla tutta bianca e ornata di brina: la bella creatura lo guardava! E sfavillando di luce lo chiamava con un gesto!... Ma il bambino restò pietrificato e non si mosse… finché la Regina delle Nevi scomparve nei turbini di neve. Kay restò a lungo turbato, ma non disse nulla a nessuno; finché ritornarono la primavera e le rose rifiorirono. Mentre tutto questo accadeva, successe anche che il Diavolo si stava annoiando, perciò inventò una cosa bellissima, veramente, veramente strabiliante. (Leggi tutto: CONTINUA nel commento).
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Insomma si mise proprio di buon umore, perché aveva costruito uno specchio magico, capace di esaltare o annichilire le cose che vi si specchiavano mostrando, nel suo riflesso, un mondo fantasticamente diverso dalla sbiadita realtà. Ogni noiosa bellezza e bontà lasciava il posto a ridicoli sgorbi; indifferenza e malvagità vi apparivano invece meravigliosamente seducenti. Ogni pensiero buono nello specchio sembrava un’assoluta stupidaggine. I più bei paesaggi sembravano spinaci cotti. Gli uomini migliori apparivano stupidi o bruttissimi; i volti venivano così deformati che se qualcuno aveva una lentiggine pareva una chiazza su mezza faccia. Era straordinariamente DIVERTENTE!! ruggì il Diavolo. Chiamò tutti i suoi demoni e si divertirono come mai prima. Ridendo e ballando corsero ovunque con lo specchio fatato e vi specchiarono il mondo intero, sempre più eccitati e fieri. Alle orecchie degli uomini sussurravano che finalmente, ORA SI! si poteva vedere, dicevano, come erano veramente il mondo e le cose. E in quel momento di distrazione, quando gli uomini fantasticano, un po’ distaccati da sé, gettavano in loro qualche bagliore da questo specchio… e quello vestiva i sogni, e di giorno in giorno gli uomini vedevano le cose in una luce nuova. Alla fine non ci fu più un sol uomo o paese che non fosse deformato nello specchio, e brandelli di queste immagini fluttuavano in tutte le anime. I Demoni, gonfi di nera gioia e sempre più in festa, presi dall’entusiasmo volarono fino al Cielo per confondere con il loro specchio anche gli Angeli, e ridendo e gridando se lo strappavano l’un l’altro, finché questo tremò così terribilmente per le risate, che sfuggì loro di mano e precipitò a terra! E così i Demoni ottennero un risultato ancora più meraviglioso: lo specchio esplose in milioni di pezzi, che schizzarono ovunque avvolti in una nube di detriti fini come polvere, e tutte queste schegge presero a volare ovunque nel vasto mondo, e si conficcarono negli occhi della gente, a milioni, a miliardi…. E lì rimanevano, non più come un’immagine fugace, ma come l’UNICA e sola visione di cui moltissime persone fossero più capaci: tutto appariva loro deformato e storto, essi vedevano solo il lato peggiore delle cose, e discordia e infelicità galoppavano ovunque. Ci fu chi pianse molto su questo disastro, tanto da lavar via le schegge, e nei loro occhi la realtà tornò alla luce. Ma la maggior parte… oh, si abituò in fretta, non ci trovava niente di strano. E a certi accadde una cosa ancora più terribile: ricacciando le lacrime spinsero la scheggia ancor più in fondo, e quella si conficcò nel CUORE. E all’istante quel cuore diventava un PEZZO DI GHIACCIO. Un giorno, mentre stava leggendo con Gerda un libro di fiabe, Kay si stropicciò gli occhi… un po’ di polvere glieli faceva bruciare. Poi con tono seccato disse: stupida! Dondolandoti hai sollevato la polvere! E quanto sei brutta oggi… assomigli a una brutta strega! Litigarono, e piansero, ma Kay non voleva mostrarsi bambino! ricacciò le sue lacrime e diventò sprezzante, poi si portò la mano al petto… uno strano dolore, uno strano freddo lo stringeva. Se ne andò sbattendo la porta, e per quel giorno non si parlarono più. Ma anche in quelli seguenti… le cose da allora non furono più come prima. Gerda non era più bella agli occhi di Kay, gli sembrava infantile, stupida, goffa. E anche lui si vedeva brutto, cominciò a detestarsi. Il mondo di sempre era diventato insufficiente e noioso, lui sentiva il bisogno di cose più grandi, era stufo di tutto, gli altri non capivano e lo sgridavano per ogni sciocchezza, ma ora basta - avrebbe dimostrato a tutti che lui avrebbe cambiato le cose. Avrebbe colto al volo la prima occasione; e poi, gliela avrebbe fatta vedere lui! Ed ecco che l’occasione arrivò.
RispondiEliminaUna mattina d’inverno, mentre se ne stava col suo cuore indurito nella piazza del mercato, annoiato di tutto, arrabbiato con tutti, disprezzando quegli stupidi contadini che venivano a vendere le loro cose, cafoni senza ambizione! Ecco che una grande slitta bianca, ornata di mille gemme preziose, rallentò davanti a lui. Il conducente, intabarrato fino al naso in una fitta pelliccia argentata, sembrava chiamarlo con uno sguardo penetrante… Kay non esitò a saltare sul predellino e la slitta riaccelerò, portandolo via in una folle scorsa. Il ragazzo perse il senso del tempo; la neve aveva preso a cadere e i cavalli galoppavano instancabili fra i ghiacci… poi la corsa rallentò, e si fermò davanti a un magnifico palazzo che brillava come cristallo. Il conducente scostò la pelliccia d’argento e mostrò l’incredibile, bellissimo volto pallido della Regina delle Nevi. Kay la guardava senza parlare, paralizzato dalla sua bellezza, e lei lo avvolse in un abbraccio gelido. Ma Kay non ebbe paura di quel freddo: lo sentì risuonare nel ghiaccio che gli stringeva il cuore ormai da tanto, tantissimo tempo! Gerda, la nonna, le rose, il tepore del sole, il profumo dei fiori, tutto ciò gli sembrava un’eco irreale, sogni dell’infanzia, illusioni che non torneranno mai più. Ma ora era sveglio! Ed era grande oramai! non c’era più spazio per le illusioni dei bambini. Si abbandonò in quell’abbracciò e dimenticò il suo passato. Passavano i mesi, e Gerda era disperata per la scomparsa di Kay. Aveva cercato e cercato, per i boschi, sulle montagne, e ormai lo credeva annegato. Eppure continuava a cercarlo, ovunque cercava una traccia. Un mattino, sulle rive del fiume, si sedette in una barca ormeggiata vicino ad un magnifico giardino, dove abitava una fata che si annoiava a morte. Gerda, mentre piangeva le sue lacrime, lasciò che quella le pettinasse i capelli, mentre le diceva che basta, era inutile cercare chi non voleva essere salvato! E quel pettine stregato coi nodi dei capelli portò via il dolore di Gerda, che dimenticò tutto. Dopo aver persa la memoria, Gerda restò nel giardino, dove trascorse giorni vuoti, ma che le parevano sereni.
RispondiEliminaFinché le rose sbocciarono! la loro vista risvegliò di colpo i ricordi e Gerda scappò a piedi nudi, si rimise alla ricerca, ed ebbe ben chiaro che non doveva più dimenticare. Come raccontarvi tutto quello che successe dopo? Gerda cercava e cercava, sopravvivendo a frutti selvatici. Incontrò gente incredibile, credette di aver trovato Kay ma non era lui, fu fatta prigioniera, ancora scappò ma continuò a cercare… Ma siete bambine moderne, le lunghe favole vi stufano, perciò salterò un bel po’ di cose. Andiamo diretti al giorno in cui due tortore, ascoltando la storia di Kay, le svelarono dove era rinchiuso. Andiamo al giorno in cui una renna fatata stava conducendo Gerda fra i ghiacci, fino al palazzo dell’Inverno. Andiamo al momento in cui la renna, impietosita di lei, si ferma alla capanna di una maga che leggeva il futuro e disfaceva incantesimi. “Aiutala!” disse la renna, “dalle il potere di rompere l'incantesimo che immobilizza il ragazzo che cerca da mesi”. Ma la donna la guardò penetrante, scosse la testa e rispose: “No, lei non ha bisogno di me, possiede già in sé ogni potere. Il suo cuore di bambina è innocente e gentile, niente le sarà impossibile. So però che la regina è uscita, e il castello è qui vicino... andateci ora, presto!” Tremando dal freddo Gerda entrò nel palazzo. Tutto era bellissimo e gelido, scintillante e vuoto, come poteva essere tutto così bello, e così irrimediabilmente triste? Kay era là, al centro di questa orribile bellezza immobile. La ragazza si gettò nelle sue braccia e stringendolo piangeva, ma Kay restava rigido e freddo, la guardava e sembrava non vederla. A Gerda parve che un tempo infinito trascorresse mentre Kay, fra le sue braccia, continuava a guardare oltre, freddo e immobile come in profonda ipnosi. Ma ecco, a un tratto una piccola lacrima spuntò nei suoi occhi senza espressione. Una lacrima che proveniva dal duro ghiaccio che aveva avvolto il suo cuore, e che cominciava a sciogliersi. Era solo una piccola lacrima, ma aveva aperto il varco che fece crollare la diga. Altre lacrime da lì trovarono la strada, ed ecco: anche la piccola scheggia dal cuore salì agli occhi, cadde a terra, ed espulse per sempre il freddo dal cuore di Kay, e di nuovo i suoi occhi riconoscevano la Verità. Ogni ghiaccio si sciolse, come un profumo la felicità si diffuse nel palazzo, l’acqua che scorreva dai ghiacci fece fiumi e intorno ai fiumi sbocciavano i fiori. I ragazzi, finalmente riuniti, pazzi di gioia cominciarono a ballare e a cantare, come quando erano ancora bambini. E loro non lo sapevano, ma questa danza mandava onde concentriche, invisibili, che formavano fili d’oro, forti come l’acciaio; e questi fili implacabili immobilizzavano i Demoni.
RispondiEliminaOgni volta che leggo il tuo blog, mi regali uno spicchio di serenità... Grazie...
RispondiEliminaP.S.= Ti va di fare uno scambio di links tra i nostri blog?
Ciao ti scrivo per dirti che con questo blog stai facendo proprio un bel lavoro, stai combattendo la battaglia dei dca con l'amore ed è bellissimo. Metti tanta speranza. Grazie un bacio
RispondiEliminagrazie! ma a cosa servirebbe se nn ci foste voi? Veggie, vuoi che metta il tuo indirizzo fra i link consigliati? oppure dimmi cos'altro intendi con uno scambio di link.... baci a tutte!
RispondiEliminaSTUPENDO IL VIDEO CHE MI HAI DETTO DI GUARDARE!
RispondiEliminaVERAMENTE PROFONDO!
DEVO DIRTI GRAZIE!
UN ABBRACCIO!
Come preferisci... per me va benissimo...
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda, se tu sei d'accordo, io metterei il link del tuo blog sulla colonnina di destra, nello spazio dedicato ai blog di tutte le ragazze che stanno combattendo questa nostra comune battaglia contro i DCA... Dimmi se per te va bene...
Cara Blondie, grazie! mi fa veramente felice quello che dici... ma a proposito di commenti, quello di Sissi che è comparso sul tuo blog mi ha fatto preoccupare, e poi mi sono chiesta se per caso anche tu.. senti: davvero ti ha fatto pensare? ma a che cosa? nn ti viene voglia di svegliarti da questo inganno che ti fa male? hai letto la fiaba? e di quella cosa ne pensi?
RispondiEliminaVeggie ora sono stanca morta, ma domani metto il tuo indirizzo nei link; grazie per lo scambio. e... STAY STRONG!... all'incontrario del senso-delirio con cui vedo continuamente echeggiare questo invito in tanti blog.
RispondiElimina"Era solo una piccola lacrima, ma aveva aperto il varco che fece crollare la diga"
RispondiEliminaChe frase stupenda.
Proprio come la favola.
Questo blog mi mette serenità sai?^^
Credo che sarò spesso qui *-*
Un bacione!!
~Stella
sai in realtà hai ragione! forse, anzi sicuramente, i chiletti che dovrei perdere sono zero! tutti mi dicono che sono magra, che osno dimagrita un sacco, che sto bene! e ti dico la verità ci sonod ei giorni in cui mi guardo allo specchio e mi piaccio degli altri in cui vorrei sparire!
RispondiEliminama ormai non mi interessa nemmeno più quello che mi dicono le persone che mi circondano! e sbaglio quanto sbaglio!
perchè alla fine i miei sono occhi che mentono, i loro occhi di verità molto probabilmente!
e sai, domenica parto per la montagna ocn una mia amica,e sto due settimane sola, tranquilla,e spero davvero che quei giorni mi aiutino a risvegliarmi! cioè, no a riprendere chili, ma almeno a convincermi che sono bella così! si bella!
sto ocmbattendo ultimamente tra due stati dentro di me: uno mi dice, continua con quelloc he fai, continua, la gente deve vederti magra magra magra, e sempre più magra. e un'altro invece chemi fa dire basta dai lascia stare, alla fine, per restare magra non è che ti devi affamare!!!
cazzocazzocazzo Blondie, vorrei proprio stringerti attorno un filo che nn si spezza, che nn ti lasci più andare via finché quegli occhi nn li hai ri/aperti davvero. Se avrai cn te il computer, in questi giorni che stai via, ti prego ti prego, resta con me, proviamo a parlare come se fossimo là insieme... nn sparire.
RispondiEliminaE a quella vocettadelsilenzio lì che ha risposto prima di te dico lo stesso: grazie di esser venuta, torna e resta cn me, per favore.
Ehi, ti ho aggiunta alla lista dei links... adesso ti trovi anche sulla colonnina di destra del mio blog...!! ^__^
RispondiEliminaUn abbraccio e buonanotte...
Ciao Veggie, grazie, sei inserita nei link col titolo "una come voi"
RispondiEliminabaciiiiii
...Mari..Ho letto la fiaba, è molto bella e colgo il nesso con la visione storta di chi ancora è dentro nella malattia. Non volavo ferirti con quel post, assolutamente, volevo solo dirti che comunque l'anoressia rende ciechi..Ciechi quando ci si guarda allo specchio e ci si vede ENORMI anche quando si è 30 Kg, ciechi e SORDI..sì, perchè nn si ascolta nessuno oltre quella voce martellante che si ha sepmre in testa...
RispondiEliminaIo un passo avanti nel corso di questi anni l'ho fatto: ho capito CHE E'UNO SBAGLIO e ne ho la consapevolezza di tt quello che mi stà succedendo. Però ormai ne ho dipendenza. Come l'esempio del tossico che scrivevo qualche post prima... Se prima la malattia era la mia droga adesso è il mio metadone. perchè nn riesco a star senza e stò troppo male. Nn sò se rende come esempio. Ovviamente alla lunga ci si "assuefa"...
Spero questa volta di non perdere nuovamente il controllo sulla situazione.
Ah, cmq tranquilla, sò dove appoggiarmi nel caso la cosa diventasse ingestibile, ho ancora tt i contatti con le varie strutture e saprei a chi rivolgermi x farmi aiutare :)
Ps: >__> forse nn thai letto una cosa quando mi dicevi di skinnygirl... lei è alta 172 cm! E'anche l'altezza che fà da differenza nell BMI ok? io son nanetta, nel mio metro e 64 U_U e ho anche l'ossatura molto fine e lo scheletro alleggerito dall'osteoporosi. Nn stò mettendo scuse, magari pubblicherò una mia foto recente a formato intero (oltre alle altre vecchie che ho già messo, dove ero 42/37 Kg) tnt per far capire che per la mia costituzione il mio peso attuale nn è poi così poco come può sembrare >_>
ma allora da qualche parte ci senti ancora... allora senti anche questo: quella in te che ci "sente" ha scritto fino alla riga 9. Dalla riga 10 in avanti ha preso la parola quella che nn sente nn vede e nn sa di nn voler sentire - come Kay che fissa nel vuoto. Se avesse potuto continuare lei (la Gerda che è in te!) forse avrebbe detto così: purtroppo ormai ne ho dipendenza. Prima la malattia era la mia droga e adesso è il mio metadone: in altre parole, sono cosciente di "curarmi" con la stessa malattia che mi ha fatto ammalare. Ma QUESTA VOLTA nn cadrò nell'equivoco - l'inganno -di credere alla menzogna del CONTROLLO. Ormai so che ciò che è veramente INGESTIBILE è proprio questa panzana, che mi fa cordialmente strada verso la prima casella del gioco dell'oca, dal quale riparte lo stesso giro. NON cadrò nell'equivoco di nascondere le cose vere sotto il tappeto delle calorie, del BMI, della valutazione "oggettiva" di quanto posso o nn posso fisicamente reggere... Soffrendo come un cane, ma almeno verso un OBIETTIVO vero, cercherò di spostare il mio sguardo verso cose che potranno rubare spazio, nel mio cervello, all'unico pensiero che lo vuole occupare... soffrendo come un cane, però mi guarderò dentro, alla ricerca di quella me che mi chiama... ma come? COME??? Iniziando almeno ad ACCETTARE di farlo, accettando di mettermi in gioco davvero...
RispondiEliminaSe vuoi provare a giocare cn me, un gioco diverso dal gioco dell'oca, se vuoi partiamo dalla mamma, di cui già mi hai detto una cosa illuminante... tu fai una mossa, e io ne provo un'altra... pensaci.