domenica 14 novembre 2010

Parlo a VOI TUTTE, rivelandovi una conversazione privata con Mommy's little monstre (ex-Persefone)

Spero che leggerete attentamente le cose che seguono, scritte da Persefone. Come vedete, la conversazione risale a molti mesi fa. Perché non ne ho parlato prima? ..non so, ma certo ora mi si presenta una occasione particolare per farlo (che sarà oggetto di un post successivo).
In una mail Persefone aveva sottolineato che, postando argomenti NON autolesionisti o vittimisti, ma COSTRUTTIVI: cioè volti ad "altri" pensieri, a pensieri che non ruotassero quasi esclusivamente sulle ossessioni (o sul cibo) quasi nessuna la degnava più di attenzione... Ed è questo, appunto, che mi fa pensare. E soprattutto vorrei sapere VOI, cosa ne pensate.
Se questo post passerà nel silenzio, senza che questa riflessione venga vitalizzata dai VOSTRI commenti, concluderò cose diverse da quelle che penserei se invece si levasse un dibattito.
E vi chiedo di parlarne, QUI e oggi, perché ho visto che sta sorgendo qualcosa di nuovo, che vi vorrei proporre... ma anche alla luce di quello che mi risponderete.

11 APRILE • DA PERSEFONE A MARI
Ciao Mari,
Sono Mommy's Little Monster (o Persefone). Ci ho messo un po' a decidermi a scriverti, me ne rendo conto. In parte è solo per ragioni pratiche, perchè ho davvero poco tempo recentemente e in parte non sapevo nemmeno troppo bene cosa dirti.Innanzitutto vorrei sapere come stai tu, dato che mi pare che raramente ti venga chiesto. Ti prodighi anche troppo per il prossimo, è brutto che io lo dica ma non sono riuscita a tenerlo per me. Io sto bene, non preoccuparti.
Ho chiuso quel maledetto blog perchè mi aveva stufato; era sterile e c'era quel clima di pianto collettivo, di perenne autoindulgenza che diventa asfittico.
Voglio dirti una cosa. Ho appena aperto un altro blog e sono già tra i tuoi sostenitori con lo stesso nick che trovi in questa mail e che poi è appunto il mio nome vero. Questo blog infatti vuole essere vero, quindi dico solo a te che mLm è XXX (lo sa anche YYY, con lui è già un po' che parlo).
ZZZ potrebbe arrivarci, ma spero non lo faccia perchè non mi piace proprio.
Si sa che non sono capace a tacere (eh si sono cattiva, ma le mezze parole non mi piacciono e quindi tendo ad essere dura).
Sei invitata a passare quando vuoi, sempre che ti faccia piacere..... e comunque così potrò riprendere i contatti con te e conoscerti un po' meglio. Solo Mari. Ovviamente puoi dire che ti ho scritto, dire quello che preferisci, anche insultarmi. Baci. XXX

16 MAGGIO • DA PERSEFONE A MARI
Ciao Mari,
scusami ma ero senza internet e presa da un po' di cose, però ero riuscita a stamparmi la tua mail per leggerla in tranquillità. Allora cara Mari, il mio (vecchio) blog non è reperibile perchè ho eliminato tutto l'account (mail+blog etc) ma devo dirti la verità: anche se fosse ripescabile non me la sentirei più di spendere una parola su certi argomenti. Rispetto le persone che stanno male e in ragione di questo mi rifiuto di "reggere il moccolo" ad un branco di donnette frustrate che, se ci tengono tanto a fare le malate, beh, lo facciano. MI rendo conto di essere cattiva, ma credimi, è solo quello che penso.
Senza internet, senza una famiglia accanto, senza soldi per mangiare o comprarsi tanti bei vestitini taglia 36 sono certa che a nessuna di queste sarebbe saltato un giorno il grillo del non mangiare.
Immagino sia valso anche per me, chiaramente non mi reputo migliore di altri. La differenza è che l'ho sempre saputo e mi sono odiata per aver indugiato deliberatamente in qualcosa di tanto superficiale.
Di te ho veramente una stima immensa; sei la ragazza buona che non conosce parole cattive, quella che tutti vorremmo come amica e ti capirò se ti sentirai di condannare la mia cattiveria o il mio cinismo.
Non voglio convincere nessuno delle cose in cui credo, non voglio che tu abbia la mia visione delle cose, anzi. Desidero solo che tu la comprenda e so che lo farai.
Io NON posso fare niente per una donna di 30 anni che si mette ad esaltare l'anoressia e che nella sua vita ormai ha l'unica certezza del non-cibo e di questo mondo virtuale (che spesso è un crocevia di spostati) con cui darsi consigli e invogliarsi alla psicosi collettiva. Veramente.
Il problema sono loro stesse, non i media, non le famiglie, non i loro uomini, Loro, persone deboli che hanno bisogno di sentirsi speciali e che hanno scelto un metodo veramente triste per farsi notare. Forse dar loro importanza equivale a incentivare i loro comportamenti. Così. Ecco, io non dirò nulla ma ti lascio libera di mettere questa mail nel tuo blog, anche per insultarmi. Magari servirà lo stesso a scuotere qualche coscienza, sarei già contenta. Baci. XXX

DA MARI A PERSEFONE:
Qui.. vi risparmio il testo letterale e completo.. ma a questo punto, invece, ho invitato XXX a mettersi in pista, con il suo nuovo blog, per RI/ENTRARE nell'argomento (che lei stessa ammette di aver vissuto con le stesse modalità che ora criticava), per mostrare adesso come stava lottando per uscirne, e come, interessandosi ai problemi del mondo, TUTTE CE LA POSSONO FARE. Queste sono state le sue risposte:

24 MAGGIO • DA PERSEFONE A MARI
no, non mi hai spaventata. Stavo riflettendo sul da farsi. Ti avrei scritto oggi o domani (sono in sessione di laurea, quasi) condivido il tuo spirito, ma non riesco ad essere tanto empatica, sono molto limitata probabilmente. Ho fatto un giro nei blog che seguivo prima, per vedere se sono poi così convinta.
e si
lo sono.
io non ho nulla da dire in questo ambito che non abbia detto già. Tu hai scelto di votarti a questa causa perchè è quello che trovi giusto fare. Io ora ho scelto altro, questa rimane solo una lunga e vergognosa parentesi della mia vita sulla quale ho detto veramente troppo.
Spero tu possa capire e perdonarmi.
XXX.

9 GIUGNO • DA PERSEFONE A MARI
PUOI pubblicare tutto quel che ti ho scritto, tacendo il mio vero nome e il mio attuale blog perchè davvero sono cose che devo cancellare e perchè se qualcuna volesse rompermi le palle non sarei in grado di fare discorsi costruttivi.. sono un po' così a sangue caldo.. quindi per il bene di tutti usa pure il vecchio persefone o mommy'slittle monster e aggiungici del tuo.

FINE.
E POI NON L'HO PIU' SENTITA. Anche il suo nuovo blog, e la sua mail, sono spariti, puf! nel nulla. Io spero lo stesso che lei sia ancora qui.. che ogni tanto passi nel silenzio a farmi un saluto. E approfitto di quest'ultima occasione per dirle quello che non posso (più) dirle in privato, e che è rivolto anche a voi.

CARA PERSEFONE,
di cosa dovrei perdonarti... semmai posso solo ringraziarti. E come mi sarebbe mai possibile "insultarti"? (senza parlare di quanto amore e affetto ho sentito nelle tue parole, per me, intanto! e non solo per me).
Ti ricordi una delle tue prime risposte.. non ricordo se a un mio post, o a un mio commento.. dicesti che a te "l'amore", o parlare dell'amore, o di quanto possa venire in aiuto l'amore.. ti faceva "SOLO VENIRE I NERVI"...
Eppure proprio l'amore è quella roba che ho visto scuoterti come un terremoto - nel tuo caso per gli animali, ma si sa... non importa dove sboccia e come sboccia; se l'amore interviene, magari all'inizio è un po' settario, ma trova la strada per espandersi.
Riguardo alle tue parole così dure, sappiamo tutte e due che tante ragazze sviluppano un'infelicità tremenda, che si esprime con i DCA, anche fra quelle che hanno ragioni reali per soffrire.. e MOLTISSIME (e se ne parla troppo poco!) precisamente a causa di ABUSI SESSUALI.
E poi c'è tantissima pressione da parte dei media, dei modelli ossessivi eccetera.. Quindi sappiamo che la "colpa" non è "loro".. Ma certo, è vero che c'è una forma di complicità che tiene tutte legate a queste ragioni e succubi alle loro conseguenze, e che è parte stessa della malattia.
Una specie di sindrome di Stoccolma che tiene legati alla sindrome.
Questa complicità, ammettiamolo, assegna a tutte una certa responsabilità.
Qualcosa si può fare: anzi moltissimo. Continuare a dire solo l'impotenza è sbagliato, e tante qui hanno già dimostrato che questo è vero.
A partire da Chiara, che è una meravigliosa stella per tutte, qui.
Allora forse la domanda più tragica e surreale da fare, qui, non è tanto "ma quanto è difficile uscirne?" .."Cosa si può fare davvero?".. Ma:
PERCHE' VOGLIAMO PER NOI STESSI DELLE COSE ORRIBILI?
Infatti la prima causa di ciò che avviene è la nostra volontà, ed è provato che, in una sorta di delirio di massa, sempre più gente sogna e desidera cose orribili; e dunque tali cose orribili avvengono, perché, nel bene o nel male, ciò che si chiede si ottiene..

Vogliamo parlarne?

Scusate il post lunghissimo.. spero ne varrà la pena.

E questo è un interessante contributo di Veggie:

43 commenti:

  1. (divido il commento in più parti,perchè troppo lungo)
    inizio con il dire che non conosco questa ragazza,non ho mai frequentato il suo blog quindi non so bene a cosa faccia riferimento nello specifico.
    sicuramente ha usato parole molto molto dure. e,personalmente,non condivido ciò che ha detto. però sicuramente lo rispetto. voglio dire,ognuno può pensarla come vuole alla fine,no? tanto più che lei ci è passata in prima persona da ciò che ho capito,quindi l'idea che si è fatta è maturata da esperienze di prima mano,non parla a vanvera. se il suo vissuto o ciò che ha incontrato in giro l'hanno portata a queste conclusioni così forti, io non posso di certo dire nulla in materia. sono esperienze diverse,sensibilità diverse ed un modo diverso di approcciarsi agli eventi.

    mi sento sicuramente di sottolineare che ci sono delle differenze. non è possibile,in questo caso,fare di tutta l'erba un fascio dicendo che i blog sono solo pieni di donnette frustrate che vogliono fare le malate e comprarsi vestitini taglia 36. un disturbo alimentare,secondo me, non è qualcosa di superficiale,come afferma questa ragazza. e parlo per me, ti posso anche solo portare la mia esperienza come esempio. non mi sento superficiale solo perchè ho questo problema. perchè i miei problemi con il cibo non nascono dal desiderio di un corpo perfetto per poter sfoggiare gonnelline invisibili ed essere ammirata da tutti, o essere notata per il mio fisico asciutto. tutt'altro. io odio il mio corpo con tutta me stessa,che sia ricoperto di grasso o spigoloso da far male. odio essere notata, non ho mai comprato vestiti della taglia giusta,che fossero attillati. proprio per paura che il mio corpo si vedesse. è sempre mascherato sotto vestiti larghi e quasi sformati. non voglio essere magra per il gusto di esserlo, non mangiare per poter perdere peso. io non RIESCO a mangiare. non voglio mangiare per sparire, per non esserci più,per non sentirmi,per non sentire le mie emozioni, per essere così magra da far male, non certo da essere ammirata. e ti assicuro, senza bisogno di scendere nei particolari,che non vengo da un contesto idilliaco. che sono cresciuta in fretta e senza troppi fronzoli. che a 12 anni ero io che mi prendevo cura dei miei 2 fratelli minori perchè mia madre era troppo malata per farlo. quindi posso dirti con certezza che no,non è un capriccio, non è un atto di superficialità. la malattia non l'ho voluta io per perdere peso. mi è capitata,se così si può dire. ci sono finita dentro e poi uscire dal circolo vizioso è diventato sempre più difficile.

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  2. e questo era solo ciò che riguarda me. seguo molti blog e posso dire con certezza che ho incontrato moltissime persone che possono essere definite tutto fuorchè donnette frustrate e superficiali. sono donne estremamente sensibili ed intelligenti,che purtroppo "usano" il disturbo alimentare come meccanismo di difesa,come modo per gestire le ansie o i problemi quotidiani,come affrontare traumi irrisolti. insomma, dietro al desiderio di una magrezza estrema o al bisogno di mangiare e vomitare,c'è molto di più che superficialità o un discorso di estetica. c'è una sofferenza inimmaginabile spesso.
    poi,come ho detto, bisogna anche prendere le dovute distanze. perchè ci sono anche molti blog di ragazzine che sì,inneggiano all'anoressia come fosse una dea,con vere e proprie preghiere o suppliche,che solo leggere mi fa venire i brividi. le cosiddette pro-ana,no? però anche in questo caso non me la sento di esprimere un giudizio forte. perchè se una ragazzina arriva a dire cose del genere,del tutto folli,qualcosa che non va dietro ci deve essere comunque. e che sia una richiesta di attenzione o un modo decisamente sbagliato per comunicare un disagio,comunque sono dell'opinione che tanto bene non stanno nemmeno loro. però non so, sono blog che in genere cerco di evitare a priori.
    e sì,molto spesso,se non sempre, i blog sono monotematici, dedicati semplicemente allo sfogo delle ossessioni o dei pensieri disfunzionali sul cibo o corpo. però penso che non sia del tutto sbagliato. è una valvola di sfogo,un modo per poter esprimere liberamente pensieri che censuriamo nel "mondo reale". parlando sempre per me,per esempio il mio blog è molto molto molto monotematico direi. e sì, anche piagnucoloso magari. ma è così perchè,per quanto triste possa essere questa cosa, è l'unico posto dove posso parlare liberamente di queste cose. perchè non ho nessuno nella vita reale che mi sappia ascoltare,che non mi giudichi o che possa capire ciò che provo. e quindi tengo tutto per me e riverso sul blog tutti i pensieri e le sofferenze che nascondo a chi mi conosce. ma l'ho creato per questo. è una cosa voluta. mettici pure che,per come sto messa ora di testa, i pensieri disfunzionali occupano qualcosa come il 90% delle mie giornate. ecco spiegato perchè non parlo d'altro. un pò perchè sto così male da non riuscire concretamente a vedere oltre il mio naso,a vedere il mondo che mi circonda. un pò perchè appunto il blog è una valvola di sfogo per qualcosa che dovrei normalmente censurare. ma mai ho ricevuto commenti che mi incitassero a continuare nel mio percorso distruttivo, anzi. sono sempre critiche costruttive o suggerimenti per migliorare. mai nessuna si è sognata di spalleggiare i miei comportamenti malati o farmi i complimenti per ciò che sto facendo.

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  3. sono dell'opinione,e continuerò ad esserlo,che i disturbi alimentari sono un discorso davvero complicato ed è impossibile capire fino in fondo cosa significhino se non ci si passa in prima persona. ecco spiegata tutta questa "solidarietà" e tutto questo spalleggiarsi. perchè non sarebbe possibile ottenere lo stesso sostegno da chi non capisce. e spesso siamo circondate da persone che,per quanto ci amino,non capiscono. poi è chiaro che la solidarietà e lo spalleggiarsi hanno senso se costruttivi,non se volti alla distruzione. quindi se diretti ad arginare i comportamenti malati o distruttivi e non a dispensare consigli su come digiunare o vomitare. ma anche questo rientra nelle differenze tra i blog di cui ti parlavo prima.
    quindi i dca non sono segno di superficialità e non sempre chi ne è affetto è alla ricerca di attenzioni altrui o vuole essere notato perchè speciale. ripeto, io vorrei sparire.
    i dca sono espressioni di una sofferenza profonda che molte persone,purtroppo,non sono in grado di mostrare in altri modi. non sono capaci di chiedere aiuto in altro modo o di gestire le emozioni in altro modo, ed ecco che tutto si riversa sul cibo e conseguentemente sì,anche su un discorso di peso e aspetto fisico. quindi i discorsi sono sempre riguardo a peso e aspetto fisico. ma assolutamente non in modo superficiale.
    c'è tanta solitudine e bisogno di aiuto dietro chi decide di aprire un blog. trovo davvero triste che ci si debba rifugiare nei meandri del web per poter trovare sollievo,qualcuno che capisca e ti supporti. nel bene,ovvio.

    quindi,dopo tutto il papiro,basandomi sulla mia esperienza posso dire di non trovarmi d'accordo con le parole di questa ragazza. perchè di blog che incitano ai disturbi alimentari e offrono sostegno nei digiuni o consigli per distruggersi,ne è pieno il web. basta saperli ignorare e riuscire a trovare quelle piccole oasi nelle quali si rifugiano persone vere e profonde,con sofferenze vere e profonde. e non capricci.

    spero di non essermi allontanata troppo dall'argomento che volevi trattare..

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  4. per rispondere all'ultima domanda,poi,non so quanto sia davvero difficile uscirne. sicuramente tanto. ma sono altrettanto sicura che non sia impossibile. solo che sì,ci si lega quasi alla malattia,come se fosse qualcosa che ci protegge invece che danneggiare. ma qui non credo c'entrino i blog. ognuna è legata morbosamente al proprio disturbo,ma non ho visto altre persone incitare ragazze a tenersi stretta la loro copertina di linus. anzi,le stesse persone che hanno tanta paura di abbandonare la malattia,me compresa, offrono spesso sui blog altrui consigli su come invece distaccarsene,su come uscirne. il che rende forse tutto un pò più tragico,perchè sappiamo in teoria cosa dovremmo provare a fare per uscirne,e lo consigliamo a gran voce alle altre,ma poi quando si tratta di applicarlo su di noi,niente. non so bene il motivo,se lo sapessi credo ne sarei uscita da tempo! paura,forse. incapacità di affrontare il mondo senza i meccanismi di sopportazione che ci offre la malattia. imparare a vivere e a gestire gli eventi e le emozioni con più consapevolezza,invece che mettere lo scudo della malattia. paura di perdere la propria identità,forse. spesso ci identifichiamo del tutto con la malattia,mi sono chiesta molte volte cosa rimarrebbe di me se mi liberassi del dca. è una combinazione di cose,davvero. ci vuole davvero tanta tanta terapia,secondo me,per uscirne. dobbiamo imparare a vivere,in un certo senso. ed è una cosa che fa paura, e che sicuramente è molto lunga da affrontare..
    non so,sono troppo confusa in materia per poter rispondere chiaramente alla tua domanda..

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  5. Ma " la donna di 30 anni che si mette ad esaltare l'anoressia" per caso sono io???
    Non mi pare di averlo mai fatto, ma quando sento parlare di " donnette frustrate" non posso fare a meno di avere la coda di paglia...

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  6. Carissima Withoutexit,
    grazie per la lunghissima riflessione che hai già dedicato a questo post... certo, dici tutte cose vere e sulle quali anche Persefone secondo me è in buona parte d'accordo. In qualche modo mi sembra che, pur riconoscendo a tutte una sofferenza reale, è arrabbiata con tutte quelle che, costruendoci sopra dei diari morbosi, trascurano il vortice pericoloso che tutto questo può creare (e in effetti crea). Ma..
    mi piacerebbe che si riuscisse a entrare nel merito dell'argomento senza ricominciare da capo, per una volta (dato che TUTTE sappiamo quanta NON-superficialità c'è, alla fine nei DCA), ma partendo dalla fine, e cioè provando a rispondere alla domanda: perché desideriamo cose tanto brutte per noi?
    Perché NON volgiamo capire, o accettare, che molto dipende da noi, e cioè che, ANCHE SOLO provando a proiettarci in desideri davvero positivi, saremmo già mezzo salve?
    Il nome stesso che tu ti sei scelta, ad esempio, è una profezia di sconfitta, e questo DEVE voler dire qualcosa. Chiedo a tutte di scrutare meglio, in tutto questo.

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  7. A Doni, invece, dico: grazie anche a te per non ignorare questo post.. spero ti esprimerai più approfonditamente. Io nn so di chi parli, lì, Persefone; sono parole non mie, ma sue; e di certo da queste parti non sei l'unica trentenne! ma se tu hai una coda di paglia al riguardo, che importanza ha di chi parli lei? .. la cosa interessante, è chiedersi PERCHE' ti senti chiamata in causa, e cosa ti viene da pensare?
    e subito dopo.. no, non cedere alla tentazione di darti addosso (appunto).. per sempre resta in sospeso, come il sorriso dello stregatto, la domanda:
    PERCHE' non vogliamo attraversare quella porta, entrare in quell'altra dimensione, dove NON E' VERO che non sapremo vivere, né che succede chissà cosa.. si tratta di PROVARE a mettere in discussione questo attaccamento per una malattia, un modo di vivere, un'ossessione, cominciando almeno a SPERARE qualcosa di diverso: è questo sperare, che in sè ha il nocciolo della fiducia, che rende possibile cambiare tutto e scoprire che si è cambiato in meglio.
    Ma senza di "quello"... non si va da nessuna parte.

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  8. Mi ricordo di Persefone e del suo blog.
    In quel periodo leggevo spesso anche quello che scriveva Nera e Maidisperare...
    Li hai più sentiti tu? Mi piacerebbe avere loro notizie. Comunque io posso condividere gran parte dei pensieri di Persefone, ma non il modo in cui ha scelto di interrompere i rapporti con il mondo "virtuale" - ok ad un certo punto ti fa schifo quello che hai scritto, ma è impossibile ritenere di non aver più nulla da dire. I problemi iniziano quando si crede di non aver più nulla da dire, o quanto meno, peggiorano... I DCA sono un modo subdolo per NON dire per NON affrontare la realtà e i nostri desideri, anche i nostri mostri se vogliamo; assecondandone uno più condivisibile e codificabile quale è quello alimentare che si dota di tutto un suo gergo perverso con cui ci tiene al gioco: sono un maiale, ho mangiato troppo, sono una grassone schifosa, non valgo niente se peso più di XX.
    Attento a ciò che desideri perchè poi questo si avvera... Allora il segreto sta nell'imparare a discernere i propri desideri? Credo di sì. Imparare a scegliere, ovvero imparare a vivere - imparare a scegliere LA VITA...
    "dobbiamo imparare a vivere,in un certo senso. ed è una cosa che fa paura, e che sicuramente è molto lunga da affrontare.."

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  9. Voglio diventare un hacker comunque è la mia preferita.

    (Voglio diventare presto un re fa troppo ridere dai!!XD)

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  10. il punto è che se riuscissi a risalire in modo chiaro all'origine di tutto questo odio verso me stessa e sapessi dirti come mai penso di meritare tutto questo,tutto ciò che infliggo al mio corpo,non dico che ora starei del tutto bene,ma sarei un bel pezzo avanti nel percorso,no?

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  11. @Musi: Maidisperare, secondo me, è un altro che non è semplicemente "sparito", ma qualcosa mi fa pensare che abbia deciso davveo di rendere fattivi i suoi pensieri, in quel mondo che gli faceva così schifo, pensando finalmente che è giusto, e necessario, cercare di cambiarlo: perché è salvando il mondo che si salva se stessi (e viceversa).

    @Doni: a Doni vorrei dire anche che conosco una sua probabile risposta, tipo "ma io CI HO PROVATO, a cambiare pensieri, ma non è servito a niente". E rispondo con Tina Turner che cantava: "try a LITTLE BIT HARDER.... TRY TRY TRY!"

    @Withoutexit: vero. Ma comincia a pensare che NON sei tu che meriti quell'odio... non sono tue le colpe; è noto che si fa male a se stessi perché nn si riesce a trovare il vero nemico contro cui organizzare una rabbia che può diventare creatività anziché distruzione. Salva te stessa, perché lo meriti, e perché senza di te il mondo non si salva: sei necessaria al mondo, corri in aiuto.

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  12. Io vedo i dca come una vera e propria malattia mentale e dell'anima.
    Io soffro di alimentazione incontrollata, e sono già tra le fortunate che hanno un minimo di consapevolezza. Quando mi abbuffo io so che sbaglio, so che non giovo alla mia salute, ma continuo a farlo perchè è la testa che va in tilt e così mi dice. E' la malattia che mi offusca la consapevolezza.
    Quindi quando Michiamomary chiede:

    perché desideriamo cose tanto brutte per noi?
    Perché NON volgiamo capire, o accettare, che molto dipende da noi, e cioè che, ANCHE SOLO provando a proiettarci in desideri davvero positivi, saremmo già mezzo salve?

    mi viene da dire che le risposte a tutte queste domande SONO la malattia.
    Con questo non voglio farla facile e giustificare azioni che non riesco a controllare, ma vedo che per quanto mi riguarda, è così.
    Io ho deciso e scelto di curarmi, e da quando ho cominciato questo percorso mi rendo conto che sono molto più positiva e concentrata su ciò che mi può aiutare ad uscirne. Mi informo, so quello che dovrei fare per stare bene, ma la parte più difficile è contrastare le "voci" che arrivano quando non riesco a gestire le emozioni e allora l'unico sollievo per me è il cibo.
    Se ci penso, i lenti miglioramenti che sto ottenendo li ottengo perchè posso parlare con qualcuno di questo mio problema, con qualcuno (la mia psicologa) che mi fa riflettere e mi fa vedere i problemi sotto altri punti di vista. Problemi che fino ad un anno fa mi mandavano a gambe all'aria, anche se potevano sembrare sciocchezze, ma che mi facevano venire ansia.
    Ora, non so se sto andando fuori tema, ma sono piuttosto d'accordo su quello che dice Withoutexit ma capisco quello che intende Persefone. D'altra parte mi accorgo anch'io che alcune bloggers tendono a piangersi un po' addosso e invece che affrontare il problema, che cercare di capire quello che le accade, affondano in un fango fatto di autodistruzione e feroce autocritica, sensazioni di fallimento, forte mancanza di autostima e tutto ciò ovviamente porta a peggiorare la situazione già precaria che hanno. Io comunque non me la sento di condannare nessuno, quando si parla di dca e quindi di malattie, dietro ad ogni affermazione potrebbe esserci una disperata richiesta d'aiuto. Quando leggo di incitamenti all'anoressia e di consigli su come perdere ancora mezzo grammo, m'incavolo da morire perchè la trovo una cosa estremamente scorretta e malvagia, ma non posso anche fare a meno di chiedermi se chi scrive tante frasi sconclusionate, sia semplicemente una ragazzina molto ignorante o molto disperata.
    Non è un argomento semplice da affrontare perchè ci sono davvero troppe variabili e situazioni una completamente diversa dall'altra.
    Comunque un bellissimo spunto di riflessione.

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  13. Tutto quello che poss fare è parlare per quella che è stata e che è la mia esperienza (e non reitererò sul discorso "blog pro-ana" di cui ho già parlato più che estensivamente con diversi post sul mio blog...)
    Ogni mattina, qualche anno fa, io non mi svegliavo. Io, quella dentro, quella che non viveva e non pensava e non sentiva e non moriva, e si aprivano le voragini in me e cercavo il buio, quella sensazione interna dove mi riappropriavo dell'essere cosciente della realtà e recuperavo i ricordi del giorno prima, di quello che non avevo mangiato, di come ero riuscita a restringere, di tutta l’attività fisica che avevo fatto, sondavo le mie sensazioni in relazione al mio corpo e al mio stato d'animo per farmi un'idea di come non far comunicare il mio corpo a suo piacimento. Mi toccavo le anche, le coste, le clavicole per sentirle sporgere, e mi veniva spontaneamente da sorridere perché mi sentivo forte, sentivo che avevo fatto un buon lavoro, che stavo male con me stessa, e che si trattava di ricominciare una vecchia giornata, una giornata di morte. Mi sentivo allegra e mi alzavo per fare la cyclette e per pensare a cosa non avrei mangiato.
    Qualche volta anche adesso mi viene di farlo, quando non mi sono ancora svegliata del tutto, un riflesso involontario acquisito, e quando sento le mie mani scorrere lungo il mio corpo mi fermo, mi sveglio del tutto, e mi rimane un senso di vuoto e di amaro dentro. Così lo blocco, resto a letto un secondo di troppo, ripenso alla frase che mi dicevo ogni sera: “Veggie, domani non ti alzi, domani non ce la puoi fare, resti a letto per sempre”, e in silenzio faccio finta di nulla, ma con me so che per quanto ci provi non ne sono del tutto capace, perché il silenzio che è fuori è solamente una cornice delle grida che ho dentro.
    Ogni sera, qualche anno fa, era mattina. E quando era mattina di sera restavo sul letto inchiodata a fissare le pareti della mia vecchia casa con i chiodi senza più quadri, convinta che anche io mi portassi addosso il fardello di un chiodo senza immagini appese. Ogni sera qualche anno fa era pomeriggio e poi notte e poi di nuovo l’alba era ogni sera così come la pioggia e la neve e la gente che passava. Scrivevo su un quaderno quante ore di cyclette avrei dovuto fare per smaltire il doppio delle calorie che avrei ingerito, sapevo che un finocchio ne aveva 9 per 100 grammi. L’aria, la stessa aria era tremenda, tremendo leccare un francobollo. Eppure sì, la sera che era sempre, sapevo a cosa pensare e quale senso darmi. Vedevo la morte in fondo, così dentro di me eppure lontana, con metodo davo tutto per raggiungere l’obbiettivo di guardare lo specchio e non vedermi più.
    (continua..)

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  14. (continua...)
    Certe volte, adesso che la primavera è tornata, guardo il cielo e vedo un uccellino che vola, e magari per un attimo questo mi rende felice, ma allo stesso tempo ho la sensazione che qualcosa dentro di me si rimpicciolisca e sia in procinto di spezzarsi. Non posso sentire cose come queste, mi dico, e se le sento allora farei bene a non guardare gli uccellini. Ma certe volte alzo lo stesso gli occhi al cielo. Alzo gli occhi al cielo e la luce del solo mi ferisce, mi ferisce la bellezza, qualcosa dentro si spezza sempre. Sempre. Qui, a casa mia, apro la porta-finestra e mi dico: “Non hai più la scusa di essere al primo piano. Ora sei in una mansarda. Che aspetti?”. Ma aspetto. Mi ferma un piccione che tuba, un vecchio che passa e bestemmia, una speranza minima di cambiamento.
    Mi verrebbe voglia di dire a tutte le ragazze che tangono i cosiddetti blog "pro-ana": “Uscite”. Vorrei dirmi anch’io “esci, esci, esci e torna tardi, e non tornare”. Mi verrebbe da dire a chiuqnue abbia un DCA: “entrate. Entrate una volta per tutte veramente in qualcosa, non restate sul bordo”. Ma nell’anoressia ci siamo entrate. È questa. Non è restringere e basta… quello è un momento. Quell’allegria, quel pensiero costante che dà un senso al proprio esistere… lo conosco. Quello dura per un po’, poi arriva altro. Se non sono i XX chili, c'è qualcos'altro che ferma. Forse l’autolesionismo spinto oltre. Forse il corpo stesso. Forse la morte. Perché tutto questo riporta al DCA. Comincia con il restringere, con una sensazione di potenza… si sta meglio, certo, abbiamo un obbiettivo concreto da raggiungere, qualcosa che dia un senso. Quello è solo l’inizio. Adesso cos’è? Anoressia. Ancora lei. L’anoressia è anche adesso. Non si ferma al restringere, non si ferma alla sensazione di potenza. Va nell'ossessione, nell'ansia, nel vuoto.
    Questa anche è anoressia.
    Ecco, questa è anoressia. L’esaltazione di anni fa, dove ancora per una settimana avrei mangiato broccoli… sono un infinitesimo dell’infinita sofferenza che tutto questo comporta. Vorrei stringere la mano a tutte quelle che stanno soffrendo e combattendo. Vorrei che chiudessimo tutte quante gli occhi insieme per poi riaprirli e dirci che è stato un brutto sogno. Perchè stare nell'anoressia significa stare in un vortice... e alla fine ci si stufa di starci. È troppo rischioso (ma forse anche l’unica cosa possibile - e per questo così difficile) quella che non abbiamo il coraggio di fare: ribellarci interamente a un delirio che di intero non ci lascia più niente.

    P.S.= Se vuoi usare il mio video per il tuo blog fai pure, a me non fa che piacere!...

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  15. @Veggie.. ok, grazie, ora lo metto! PERO' Veggie, ascolta... tra tutte le cose che dici, quella che mi piace di più è "stare nell'anoressia significa stare in un vortice... e alla fine ci si stufa di starci". Ci si STUFA.
    Tu hai fatto tanta, tanta strada, e ne stai facendo fare tanta a tutte quelle che accompagni per mano. Se posso darti uno sguardo "altro", un punto di vista da lontano.. e dunque che vede qualcosa da fuori, appunto, ti vorrei dire che secondo me il momento più prezioso, quello che annuncia un importante salto di qualità, è quello che finalmente fa dire: l'ANORESSIA/BULIMIA (e anche saperle mettere INSIEME è importante!) mi ha stufato.
    E non solo per tutte le emozionanti ragioni che tu sai descrivere così bene, ma soprattutto perché è NOIOSA.
    E' noiosa, ragazze! una volta spogliata di tutta la falsa epica di cui la si riveste quando se ne è vittime, cosa resta? NIENTE. Noia. perdita di tempo, di sè, della vita. E' questa rivelazione, credo, che abbia contribuito a nauseare Persefone, a un certo punto. La capacità di vedere questa noia è salvifica, e proprio per questo è la cosa contro cui, più di tutte, resiste la "mente", con tutti i suoi giochetti che ritirano giù.

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  16. La NOIA, ecco il punto... Presa nella sua accezione più ampia noia, in senso di mal di vivere, è quella che mi porta proprio delle braccia del DCA, sì perchè spessissimo mi abbuffo per noia, per ignavia, ed è così umiliante... Non saper gestire la noia, che pure è una sensazione così umana, troppo umana da mandarci nel pallone!
    La capacità di vedere la noia è in parte salvifica, io la vedo la noia del disturbo, ma senza di questo so che mi annoierei comunque, da una parte quindi scaccio noia con noia, e sono diventata brava a rivestire il mio comportamento malsano di sensi e immagini sempre nuove, per questo è da molto tempo che tengo un blog, senza essermi ancora stancata credo...

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  17. Cara Mari, non ho ancora avuto modo di leggere tutto il post con attenzione (c'è l'idraulico che mi sta finalmente montando i termosifoni a casa!).
    Tornerò presto per leggere meglio il post e i lunghi commenti che le altre ti hanno già lasciato e per dire la mia.

    P.S. Osservazione veloce sull'immagine di google: pazzesca! Mi fa riflettere il "voglio diventare anoressico" di molto poco inferiore al dato femminile...
    (Ma "voglio diventare presto un re"???).

    Ti abbraccio Mari!!!!
    ♥ ♥ ♥

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  18. Ciao ragazze,
    sono Persefone (oh, ma sarebbe anche il mio mese nel calendario!)
    Ci ho messo un po' a leggere tutte le parole, tutte le frasi di tutte e spero di condensare la mole delle mie risposte.
    Cara Withoutexit, non farti ingannare dal modo con cui ho scritto a Mari. Non ho mai voluto generalizzare, lo trovo sbagliato e non penso per categorie.
    Ho parlato con molte bloggers nella mia utenza a blogspot e posso assicurarti che parecchie di loro erano solo delle stronzette viziate che si erano trovate in qualche blog pro-ana con un sacco di modelle thinspo (yeah, mi sento molto teenager a scriver così ^^) e per l'equazione Magra=Modella=Figa=Tutti Mi Vogliono-e-le-amiche-mi-invidiano eccole qui.
    E lo ammettevano anche.
    Questo NON significa per niente che tutte siano così,che tutte siano superficiali etc, significa che molte lo sono, specie in un mondo di merda come quello di internet.
    Ho ammesso io per prima di essere finita qui per la mia imbecillità.
    Ho avuto una vita difficile, abbastanza da dirti che il solo fatto di essere qui a potermi permettere di scrivere al pc tranquilla in casa mi fa sentire fortunata.. e nonostante ciò mi sono rincoglionita ugualmente.
    Sono una dozzina di anni che vivo così, e non è tanto il dca un segno di superficialità (sulle cause, le entità e le ragioni dei dolori altrui non mi pare bello indagare), ma il fatto di darsi manforte in negativo, qui una stupida piattaforma virtuale.

    CONTINUA

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  19. DONI perchè avrei dovuto parlare di te?
    trentenni come dodicenni, non doveva essere esplicativo in modo particolare.


    Ho chiuso il blog perché era giusto farlo.
    PER ME.
    Il chè potrebbe essere sbagliatissimo per voi, saprete da voi cosa vi fa sentire meglio.
    A me ha fatto sentire meglio chiuderlo.
    Sto sicuramente meglio adesso.
    Non avevo più niente da dire, e ora ne sto parlando solo perché ho visto il mio nome nel titolo di Mari.
    Dimenticherò sicuramente di dire qualcosa, ma non importa, non verrò a leggere le risposte che mi darete.
    Vi scrivo solo per dirvi di non volermi troppo male perchè io non vi faccio nessuna accusa, e di sicuro non a voi come singole.
    Alcune delle mie lettrici erano insopportabili e forse mi riferivo prettamente a loro quando scrissi le mail.
    NOn ricordo più, mi dimentico tutto di queste cose.

    Mari, scusa se sparisco ancora.
    Mi è spiaciuto non dare più segni di vita.

    Buonanotte.
    Persefone.

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  20. Persefone... Non ci speravo. Si, ci speravo. No, non ci speravo. O forse si.
    Comunque sei venuta. Quindi ripasserai, prima o poi, ogni tanto, così.
    E poi vorrei dirti altre cose che non si dicono con le parole; sono sguardi, cose così.
    Notte.. con un tutturututtuttùùùùù
    http://www.youtube.com/watch?v=G3ENw8y5S9A&feature=related

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  21. Ciao Mari...
    Innanzitutto, complimenti per il fantastico spunto di riflessione, riflessione alla quale mi sento di prendere parte anch'io.
    Mi sembra che le altre prima di me abbiano risposto in maniera più che esauriente a quanto detto da Persefone, e mi trovo d'accordo su molti aspetti, meno d'accordo su altri.
    In fondo la pensiamo un po' tutte allo stesso modo, e sappiamo perfettamente che non si può fare di tutta l'erba un fascio, ma questo, appunto, è già stato detto.
    Piuttosto vorrei soffermarmi sulla tua domanda, quella a cui non è stata prestata moltissima attenzione:

    PERCHE' VOGLIAMO PER NOI STESSI DELLE COSE ORRIBILI?

    In effetti, posta in questi termini sembra assurda come cosa. In quanto esseri umani istintivi ma anche razionali, siamo portati a desiderare il meglio per noi stessi. In fondo, se sono qui a scrivere è perchè comunque qualcosa mi tiene in vita, altrimenti l'avrei già fatta finita tanto tempo fa, che questo qualcosa sia soltanto paura oppure altro, poco importa, perchè in fin dei conti anche la paura è uno stimolo "vitale", un istinto che ci porta a volere il meglio per noi stesse.
    Già, e allora perchè nonostante tutto ci ritroviamo a digiunare, a vomitare ciò che mangiamo, a fare a pezzi le nostre povere e indifese braccia?
    Una vera ragione è difficile da delineare.
    Ma io partirei dall'analisi delle parole che compongono questa domanda. Tu dici che "vogliamo" per noi stessi delle cose così orribili.
    Io penso che la maggior parte delle persone che si trovano impantanate in questi problemi non lo VOGLIANO realmente, penso che si facciano prendere da istinti e non si rendano conto a volte di ciò che fanno a se stesse.
    Io personalmente però, mi vergogno un po' a dirlo ma devo essere sincera, ho avuto la vera e propria VOLONTA' di essere anoressica, fin da quando avevo 13 anni. Chiamatemi stupida, chiamatemi superficiale, in fondo non me ne importa molto. Per me l'obbiettivo non era pesare tot chili o diventare una modella, ma essere MALATA. I motivi sono vari: forse per un bisogno estremo di cure ed attenzioni, forse per un'assenza di autostima che mi ha portato a credere che, se non posso riuscire a combinare nulla di buono, avrei potuto perlomeno combinare qualcosa di cattivo.
    La verità è che, pur essendoci dentro da 3 anni e mezzo e pur essendo in cura da mesi ormai, le vere ragioni del PERCHE' ho voluto e voglio per me stessa qualcosa di orribile non le ho ancora capite. Posso solo avanzare delle ipotesi...
    (continua)

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  22. (continua)
    E penso che così sia un po' per tutti.
    C'è chi ha cominciato con una dieta e non è riuscito a fermarsi, chi non riesce a controllare gli istinti della propria fame e abusa di tutto ciò di commestibile che gli sta intorno, chi non riesce a contare fino a 10 prima di prendere una lametta in mano.
    Ci sono casi e casi.
    Posso solo dire di essere dell'opinione che nessuno vada giudicato: spesso si dà ad una persona che soffre di DCA l'etichetta di "superficiale". E' sbagliato il soggetto al quale la suddetta etichetta fa riferimento, ma il concetto di superficialità non è estraneo al vortice dei DCA.
    Chi non mangia o mangia troppo perchè affetto da un disturbo alimentare, cerca di concentrarsi su QUALCOSA DI SUPERFICIALE, come il cibo, il conteggio delle calorie, il numero di girovita, ma nella maggior parte dei casi nasconde qualche disagio molto più profondo.
    Superficiale è solo l'ESPRESSIONE di tale disagio. Il disagio in sè è molto più che il mero desiderio di una taglia 36.
    Io ho provato a dare una risposta sufficientemente sensata al tuo quesito, poi può anche darsi che abbia scritto solo un mucchio di cavolate, chi lo sa.
    Vorrei però ora commentare anche il dato che proponi (i risultati della ricerca su google di "voglio diventare").
    Innanzitutto, io ho provato a fare la stessa cosa e tra i suggerimenti non mi comparivano gli stessi dell'immagine.
    Comunque, mettiamo che davvero sia così, devo dire che sono rimasta allibita.
    Per tre motivi:
    (continua)

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  23. (continua)
    Il primo, il più ovvio e lampante, è che la frase "voglio diventare anoressica" compaia in cima alla lista. E' quantomeno sconcertante, non trovi?
    Il secondo motivo è già stato rilevato da Kiara, ed è che poco dopo salta all'occhio anche "voglio diventare anoressico". Questa cosa fa pensare, non tanto per il dato in sè, ma perchè viene spontaneo da porsi una domanda: tutti questi ragazzi/uomini, DOVE SONO? Perchè si nascondono? Fra i blog incentrati sui disturbi alimentari trovare un ragazzo affetto dagli stessi problemi è praticamente impossibile, eppure è inquietante scoprire che pure loro si informano sui metodi più efficaci per dimagrire e... diventare anoressici.
    Lancio qui un invito, in caso qualcuno di loro stia leggendo: PARLATENE. Non abbiate paura del giudizio delle persone... perlomeno, ne avete da temere quanto ne abbiamo noi femmine.
    Tornando a noi, il terzo motivo del mio sconcertamento è che... sopra a "voglio diventare mamma" ci sono "voglio diventare ricco" e "voglio diventare bella".
    Non è un chiaro segnale di come sia schifosamente materialista e basata sulle apparenze la nostra società? E sottolineo, SIA, non STIA DIVENTANDO, perchè sono sicura che anche ai tempi in cui Google non esisteva la mentalità non fosse diversa.
    Questo è quanto... mi scuso per essermi dilungata forse troppo.
    Un abbraccio,
    IlFioreDelMale

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  24. @fioredelmale nn mi dilungo sul tuo commento che mi piace moltissimo, rispondo solo all'invito ai ragazzi e nn offenderti ma: checazzo dici? figurati se è una cosa dic ui si può parlare. Se noi ragazzi facciamo un casting ormai ci vogliono coi braccini senza muscoli se no nn si lavora, ma se vai a raccontare che vomiti sei tagliato fuori per sempre, da amici e tutto. e poi anche voi quanto c'avete messo a parlarne? forse quel k succede ai maschi è lo stesso che succedeva a voi 10anni fa , nn so, sta tranquilla k vi raggiungiamo presto. sto mondo è tutto una m.

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  25. Ciao Mari,
    anzitutto grazie per essere passata da me e per la segnalazione di quel blog che sono andato a leggere stamattina e su cui mi imporrò di sicuro qualche riflessione a breve. Intanto mi sono iscritto, per seguire e capire meglio.
    Ora però passo all'argomento del post, visto che sono stato anch'io un lettore di Persefone come i tanti che hanno già commentato, molti dei quali ho la fortuna che definirei SFACCIATA =D di annoverare tra i miei amici. E proprio da qui voglio partire con una breve riflessione: se non fosse stato per i blog di queste persone non avrei avuto la possibilità di capire e apprezzare ancora di più la "fortuna di sentirmi bene con me stesso" dopo le forti depressioni di cui ho sofferto in passato. E al tempo stesso, proprio il fatto di percepire così bene la mia condizione di benessere paragonata a quella di chi in questo momento sta soffrendo, mi induce a pensare che almeno in prima battuta non sia poi così importante chiedersi il perché di determinati comportamenti (o "non comportamenti"), quanto piuttosto tendere la mano o anche solo l'orecchio di fronte ai lamenti che arrivano fino a me. Trovo anche profondamente vero quello che dice Persefone, quando afferma che a volte se smetti di scrivere della tua sofferenza e provi a spostare l'attenzione su argomenti più "costruttivi" (e i tuoi erano i miei preferiti!) o comunque diversi dal puro e semplice sentirsi solidali all'altro, l'attenzione nei tuoi confronti cala bruscamente. Tuttavia, proprio perché ho avuto la fortuna di fare in prima persona questo salto fondamentale dal puro e semplice lamento o richiesta di aiuto fino alla effettiva introspezione lucida e consapevole, arrivando quindi a quel famoso momento in cui dici a te stesso: "non ho più nulla da dire su questo", ho pensato che non fosse giusto a quel punto voltarmi dall'altra parte e andarmene per la mia strada.
    Rimanere invece ad ascoltare gli altri, che questo passaggio fondamentale devono ancora farlo e a cui magari posso dare qualcosa, sia pure solo una briciola del mio tempo, mi sta aiutando a essere più consapevole della mia effettiva "guarigione" dalla malattia più dolorosa che esista tra gli uomini: la solitudine.
    Termino dicendo che condivido dalla prima all'ultima le parole di withoutexit e che avrei voluto possedere la lucidità oltre che il tempo necessario per scriverle io stesso, ma grazie al cielo ci ha pensato benissimo lei. Guarda caso di tutti quelli che hanno commentato, proprio withoutexit è l'unica di cui ancora non avevo letto nulla. Sperando che la cosa non la disturbi, mi riprometto di cominciare da oggi, ad ulteriore dimostrazione di quanto utile sia stato oggi venire sul tuo blog, mia cara Mari! :D

    Ti auguro una buona giornata...

    E.d

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  26. Anonimo, certo che non mi offendo, ma non pensare che per noi ragazze sia più facile.
    Appena ammettiamo di soffrire di questo tipo di problemi, veniamo immediatamente etichettate ed emarginate.
    Però ammettere di avere un problema è il primo passo per risolverlo.
    E, almeno qui tra i blog di chi cerca di uscire da questo tipo di disagio, non avete nulla da temere.
    Nella vita reale, poi, è tutt'altra faccenda...

    IlFioreDelMale

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  27. ciao tesoro mio...grazie...grazie infinite di tutto! volevo ben informarti ch emi sono un attimo ripresa dai giorni scorsi...sono stati durissimi...non vedevo nulla intorno a me...
    e poi ecco...sei una delle persone che tengo di più se condividesse e seguisse questo mio nuovo blog...
    dove ci sono foto fatte da me...e alcuni pensieri...
    sai ultimamente, fotografare mi rende così felice...
    cmq non solo foto mie anche fot di ciò che faccio io...
    mi piacerebbe lo vedessi te per prima...e si insomma...lo seguissi e magari, se pensi che sia carino, che tu lo consigli alle persone che secondo te, sono così..si, insomma alle persone a cui pensi possa far bene...
    conta tanto per me quello che pensi e dici te..
    ti voglio bene...

    RispondiElimina
  28. http://dollsbroken.blogspot.com/

    mi ero dimenticata di postartelo...

    muà

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  29. tesoro...grazie di essere venuta nell'altro blog...cmq si le ho fatte tutte io..tranne quelle delle sfilate delle varie scuole...le altre si..
    sai ultimamente non vedo l'ora di prendere la macchinetta per fare una foto...e boh..ti giuro..perchè do la mia visione delle cose..immortalo come voglio io..gli do il senso che voglio...riesco a controllare la mia emozione che rimane li nella foto...
    e sai...sono felicissima tu sia la prima ad essere passata =)

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  30. Ciao Mari!
    è un po' che voglio commentare questo post--
    Leggevo anch'io Persefone-mLm e mi dispiace tantissimo che ha deciso di non aprire più un nuovo blog.

    uff, avevo scritto un commento lunghissimo e si è cancellato tutto.
    Ora non ho più tempo!
    Nel frattempo volevo dirti che ho letto il libro di Fabiola di cui avevi scritto qualche post fa!
    un abbraccio

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  31. volevo ringraziare quelle di voi che sono passate anche dal nostro blog e invitare quelle che ancora non lo conoscono. Per noi che ci siamo affacciate qui da poco gli argomenti che tutte quante sollevate, anche nei vari blog che ruotano intorno a questo, sono enormemente interessanti e ci convincono ancora di più della necessità di chiaamrci a raccolta per aiutarci le une con le altre ad avere desideri veri, a guardare le cose VERE e scoprire le nostre vere POTENZIALITA' che nella solitudine, nell'insicurezza e nella paura soffocano.

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  32. Dato che finalmente ho un po' di tempo, rispondo anch'io alla domanda "Perchè vogliamo per noi stesse cose così orribili?"... Ecco, per prima cosa io credo che la domanda sia posta in maniera sbagliata. Perchè sembrerebbe evidente che, se una cosa è orribile, nessuno la vuole, e se qualcuno la vuole, allora c'ha in testa qualcosa che non va. Il fatto è che, secondo me, l'anoressia non è "una cosa orribile"... a un certo punto, è una cosa necessaria. Per questo la si sceglie.
    Vedi io credo che vivere e preservarsi è l’obiettivo cui tutte aneliamo. Ed è esattamente in questo modo che noi abbiamo percepito inizialmente l’anoressia: come l’unico modo che potevamo avere a disposizione per vivere e preservarci. È paradossale, ma quella forma di autolesionismo che è l’anoressia può apparire come l’unico modo per salvarsi la vita.
    E’ vero, la società attuale che crea malattie delle quali poi la gente si ammala. Ma guarda cosa chiede ai soggetti sani. Di correre, di sottostare al bombardamento d’informazioni costanti, di non tremare di fronte alle miriadi notizie di abomini, morti, carneficine che si sentono da per tutto alternate alla famiglia Mulino Bianco, a bellezze costruite ed artificiose, a puttanate sparate sulla morale, su cosa è giusto e cosa è sbagliato. La società attuale chiede superficialità, ignoranza, omologazione. Chi si ferma a pensare, chi si prende un po’ di tempo, perde tempo. Da questo punto di vista, il problema sta forse nella nuova idea di “normalità” che sembra voler soffocare l’alterità, l’intimità, la differenza, la conoscenza. Trovare un proprio spazio (preservandosi) in questo calderone non credo sia facile se si vuole mantenere noi stesse. Ci vuole tempo per trovarlo. Non siamo macchine.
    La scelta dell’anoressia è la scelta di morire per riuscire a vivere. Ma siamo come fenici e si risorge dalle nostre ceneri, continuamente. Si lotta e si va avanti. Una lotta che dura una vita.

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  33. NO, Veggie: NON DEVE durare affatto tutta una vita. Io penso che risorgere possa davvero essere rinascere, non continuare a ricadere e doversi ininterrottamente faticosamente rialzare...
    E "diventare un vampiro", "diventare anoressico" SONO cose orribili.
    E allora concordo che puoi girare la domanda in mille modi, per esempio: PERCHE' quella cosa orribile ci sembra desiderabile?
    e dunque.. PERCHE' siamo così tanto ingannati, perché la menzogna è così tanta e ovunque e vincente? e PERCHE' le permettiamo di essere tale?
    Ma il nocciolo resta lo stesso.

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  34. Scusa se non sono ancora tornata a commentare!
    E non lo farò nemmeno questo week end perchè sarò all'accademia di naturopatia...

    Però voglio lasciare qui un grande abbraccio sia a te che a Persefone che sono stata FELICISSIMA di rileggere!

    Ciao meravigliose donne.

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  35. Michiamomari, mi hanno fatto un po’ ridere le parole della prima parte del tuo ultimo commento. Perchè ci leggo tanta passione, tanta presa a cuore, tanta convinzione,ma anche tanta ingenuità. Accidenti, l’ho capito che c’hai la vocazione della crocerossina, ma qui mi sembra che tu l’abbia sparata grossa. Perchè dalla cazzo di anoressia NON si guarisce. Ci si convive, si può arrivare a stare meglio, ma NON si guarisce.
    Perchè ne sono così convinta?
    Perchè ci sono fottutamente dentro da anni ed anni.
    Perchè conosco una discreta quantità di persone con lo stesso problema da altrettanti e anche molti più anni, e ci sono tutte ancora dentro.
    Perchè una di queste persone ci è morta, cazzo.
    E perchè sempre all'interno di queste persone, tolte quelle in condizioni accettabili, come me, ce ne sono almeno tre che fanno avanti e indietro dal fottuto ospedale per essere alimentate con il sondino.
    Peso medio: 40/45 Kg.
    Infine, di quelle che si possono tutto sommato considerare "guarite" dalla vera e propria forma grave di anoressia, non ce n'è nemmeno una che non abbia conservato una quantomeno discutibile alimentazione e un rapporto con il cibo e il proprio corpo normale.
    Parlando potabile, hanno smesso di entrare e uscire da cliniche ed ospedali, hanno recuperato qualche chilo, tanto da essere comunque magre, ma non in condizioni tali da rischiare la vita, oppure hanno un peso normale (come me) ma continuano ad avere gli stessi problemi psicologici relativi alla malattia, e quando mangiano, si parla di yogurt magri, insalate, fettine di carne ai ferri.
    Ora, per me, questo significa essere fuori dall'aspetto più grave della malattia, ma non significa essere guarite.
    Diamine, non posso certo parlare a nome di tutte le anoressiche del mondo!, posso solo riportarti la mia esperienza e quelle delle persone a me vicine.
    E dalla mia esperienza, che tu lo consideri giusto o meno, io traggo la conclusione che no, dalla merda di anoressia non se ne esce mai del tutto.
    Non sarà bello sentirselo dire, ma questa è la cazzutissima vita, non le favolette.
    Del resto, anni vissuti così, sono un medio-piccolo inferno, personale e non.
    Se bastasse “risorgere e rinascere” per uscirne del tutto, non dovrei andare ogni 3/4/6 mesi in un ospedale, a sperare di non dover aggiungere altre lapidi a quella a cui faccio visita di media 2/3 volte l'anno.

    Jonny

    RispondiElimina
  36. E' un post che apre molte
    domande e molte altre riflessioni. Sicuramente ognuno ha la propria storia, le proprie esperienze, la propria vita, e tutti avranno certamente avuto motivi, cause, o come vogliamo chiamarle, per cadere nella trappola.
    Personalmente sono contro il compatimento e sinceramente non disdegno un pò di durezza ma sincera e schietta; anche se forse Persefone è stata un pò troppo categorica magari... però sono sicura che ci avrà pensato su prima di dire quelle cose, e che è arrivata, attraverso il suo vissuto, a delle conclusioni. Dopotutto non siamo tutti uguali.
    Vorrei incoraggiare tutte quelle che ancora sono "intrappolate" o che ogni tanto si sentono sole... la solitudine è la base più diffusa di ogni problema.
    Viky

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  37. @Jonny: caro (cara?) Jonny, perché il fatto che tu conosci tante che non ce la fanno deve essere la dimostrazione che non ce la fa nessuna/o? TANTI altri, invece, ce l'hanno fatta. Io concordo con il fatto che, quando non si vuole (o non si sa) credere a una cosa, si chiude la porta in faccia alla possibilità che accada, perciò penso che ci sia un grande pericolo nella forma mentale stessa che fa avere certe certezze.
    http://www.youtube.com/watch?v=Bh0FSLE0GMM

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  38. Ho visto che nei post, oltre a quello che dice Mari (che lo ripete spesso) emerge ogni tanto il concetto che quello che si pensa si realizza, quello che si desidera avviene, qui sopra anonimo dice "quando non si vuole (o non si sa) credere a una cosa, si chiude la porta in faccia alla possibilità che accada, perciò penso che ci sia un grande pericolo nella forma mentale stessa che fa avere certe certezze" io vorrei solo RAFFORZARE questa opinione: è così, è così, è così.
    Certo che i problemi sono complicatissimi e profondi, non voglio banalizzare dicendo cose superficiali, ma anche i dettagli sono importanti, e... io penso: come si può aiutare se stessi se si scelgono nomi come WITHOUTEXIT? come si può sperare di essere felici se si desidera DIVENTARE UN VAMPIRO? quel che voglio dire è che è veramente IMPORTANTE non sottovalutare quanto conta anche la nostra volontà nello scegliere i nostri pensieri, almeno le direzioni da prendere. Bè se non la pensassi così non avrei scelto per il mio blog il nome RIVOLUZIONE DEL PENSIERO, no?.. :D

    RispondiElimina
  39. A anonimo:
    Caro (cara?) anonimo, risparmiati pure i cazzo di video stucchevoli che potrebbero essere usati al più per la pubblicità delle famiglie da Mulino Bianco o di menate simili. Immagino che sparare tante ridicole frasi fatte una dietro l’altra abbia un grande impatto sulle masse. Risparmiati pure gli sfarfallamenti da fata turchina: visto che vuoi l’happy ending a tutti i costi, perché non ti metti a guardare un cartone della Walt Disney? Mi piacerebbe proprio conoscerli questi TANTI che ce l’hanno fatta. Dev’essere fitto, guarda. Questi toni caramellosi alla “volere è potere” e stronzate affini… puttanate scritte solo perché tu (voi) stesso per primo cerchi rassicurazione, il lieto fine, con la povera anoressica che ritrova la gioia di vivere e la speranza, perché la vita è bella, l'amore vince ogni cosa, tutto si fa se se ne è convinti, ed altre vomitevoli amenità affini. Un po’ di miele per poterti addormentare tranquillo. E rifuggi da ogni possibile nota dissonante, che possa turbare la tua rosea visione della vita. Perché è molto facile pensare che, ma sì, prima o poi le cose si risolvono e andrà tutto bene, molto rassicurante. Salvo il fatto che poi le cose le vivi, e ti accorgi che non vanno bene proprio per un cazzo. Mi dispiace romperti le uova nel paniere, ma le menate del bene che vince sempre sono roba da cinema e storielle. La verità è che quando quello che ti fa male e quello che ti fa bene sono la stessa cosa, allora non ti resta più niente. Ma non è solo che non resta niente. È che non c’è stato mai niente fin dall’inizio. E questa è la trappola eterna. Sveglia, gente!

    La tua cara (avrò pure tante e tante tare mentali, ma quantomeno al momento non nutro dubbi sulla mia identità sessuale)

    Jonny

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  40. Forse un pò confuso lo sei Jonny: nel post precedente hai scritto -"Perchè ne sono così convinta?"-, ma a parte dettagli insignificanti, credo che il tuo atteggiamento disfattista e il tuo bisogno manifesto di certezze (che suona: "non se ne esce,inutile che mi sforzi a cambiare,meglio rassegnarsi e crogiolarsi"),ti impediscano di vedere che per molti/e la via d'uscita esiste.
    Non per tutti, ma per molti si.
    Non è questione di volere il lieto fine o crearsi delle certezze rassicuranti (che se anche fossero e risultassero positive alfine di uscirne benvengano), è dimostrabile oggettivamente che così come da una depressione cronicizzata, si possa uscire anche da un'anoressia/bulimia grave.
    Conosco entrambe da 11anni e no, non sono qui a dimostrarti che io ne sono uscita, ma a dirti che non se ne esce dall'oggi al domani e per mano di qualcun'altro, se ne esce facendo un passo alla volta, tra ricadute e nuove prese di coscienza e voglia di vita vera.
    Riguardo al post di Persefone, credo che il passaggio dalla malattia alla guarigione preveda proprio questo atteggiamento di rifiuto e vergogna (riprendendo la sua espressione "vergognosa parentesi")nei confronti dei passati atteggiamenti malati, nonchè di poca tolleranza nei confronti di tali atteggiamenti riconosciuti nelle altre, che magari si trovano un passo indietro.
    Fa parte della guarigione... arriverà il momento in cui farà completamente pace con il suo difficile periodo di vita e guarderà chi c'è ancora dentro in modo più tollerante.
    Concordo però, al di là del modo in cui s'è espressa e i termini usati,che il fare gruppo nel mondo virtuale non sempre dà risultati costruttivi e talvolta chiude ancora di più il tuo mondo facendoti sentire compresa nella malattia e fecente parte d'una "categoria", l'unica che ti afferma come persona.
    Credo nell'auto-aiuto di gruppo solo se moderato da un professionista.
    Il mio primo psicologo, di fronte ad un'amicizia con una ragazza col mio stesso problema mi consigliò di rimandare la nostra frequentazione ad un altro momento e oggi posso dire che aveva ragione.

    PERCHE' VOGLIAMO PER NOI STESSI DELLE COSE ORRIBILI?
    Non è esattamente spirito di masochismo quello che spinge una persona a rifugiarsi nella malattia. Come spiegano tanti psicologi il disturbo alimentare è una stampella; la persona affetta da dca aspira a migliorarsi e a vivere bene (lo fa male, con risultati drammatici, ma il suo intento di partenza è salvarsi). Nasconde la sofferenza, vuole apparire bella e amabile, è efficiente, non vuole mostrare debolezze e assecondare i bisogni. Non s'accontenta di una vita normale perchè una vita normale è anche accettare delle sconfitte, dei bisogni e delle incapacità, è affrontare i propri problemi e le proprie sofferenze ed il disturbo alimentare serve proprio a spostare l'attenzione dal proprio dolore e dalla propria insofferenza.
    Il discorso si fa lungo, certo è, solo accennandolo, che nel percorso della malattia affiora quasi sempre -il senso di colpa- in ogni sua accezione: se s'inizia a farsi del male consapevolmente è per il legame a questo.
    In ultimo, direi che ogni condizione è da valutare a sè e anche se tutti parlandone generalizziamo, cercherei le risposte (da non confondere con i sintomi), nella storia di ogni individuo, tanto per sottolineare il fatto che non è uguale per tutti la strada da percorrere (quella verso l'uscita), come non esistono consigli universalmente efficaci.

    M.

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  41. Ragazze, ciao a tutte; troviamo questa discussione molto interessante e soprattutto importante. Anche dal nostro blog cerchiamo di guardare insieme, "collettivamente", alle nostre condizioni con la convinzione che possa esistere 'qualcosa di meglio' a cui ci può condurre anche il solo porsi il problema, il solo cercare di andarci INSIEME. E quali sarebbero le nostre "condizioni"? tutte, semplicemente, siamo donne di tutti i tipi, ma quante attanagliate da un senso di inadeguatezza, o di paura, o di isolamento, o di impotenza eccetera?? è un'epoca difficile ma c'è anche tanto di buono, e di questo buono molto si perde proprio perché restiamo isolate e in un certo isolamento, specie se condiviso solo con lo specchio (il nostro e quello che riflette le molte bugie della tv e delle pubblicità), è fatale che si finisca a guardare quasi solo il proprio ombelico e a finirci dentro come in un gorgo. L'essere donne comporta una sorellanza, brutta parola? o non ci credete? eppure è vero, e sapete perché? da un lato perché, certamente, che da che mondo e mondo una parte di umanità ha cercato di schiacciarne un'altra (ed è nell'oppressione che si crea una particolare fratellanza), ma non è solo quello: è anche la particolare condizione di dare vita, non so, sono tante cose. E' l'Eterno femminino. Conoscete questo sito?
    http://www.womanityglobal.it/
    in fondo è solo una cosa pubblicitaria, ma che meravigliosa parola ha inventato! WOMANITY... NON E' MERAVIGLIOSA? peccato che sia solo un sito commerciale, ma che meravigliosa parola; e che bello slogan: "the invisible bond between women", l'invisibile legame delle donne. Bè, almeno è il sito di un PROFUMO: eco, il profumo è un invisibile legame. Cosa c'entra direte voi? c'entra perché i DCA sono indicibile tristezza, e la tristezza non è davvero un fatto concreto è semmai una mancanza: noi vi invitiamo a SCOPRIRE L'UNIONE FRA LE DONNE, non disprezzatela, forse lì potete trovare un legame che apre a contenuti, che vi può aiutare a uscire dal quel vuoto in cui ci si perde.

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  42. Ciao a tutte/i... scusatemi! se sono sparita per tanto tempo
    ma si sa che i blog sono fatti da gatti un po' randagi che ogni tanto spariscono senza avvisare, e di solito tornano - io sono tornata, anche se non so quanto sarò assidua e stanziale. Certo è che tutti i vostri commenti li vedo e li leggo sempre attentamente, e vi ringrazio tutti tantissimo per farli.
    M. che hai commentato penultima, mi piacerebbe sapere chi sei...
    per precisione dico a tutti che quel commento non è mio, mi farebbe piacere sapere da M. se è il suo primo intervento o se ha scritto altre volte.
    Credo che tornerò anche qui, per un ultimo commento di risposta ai vostri.. ma ora un bacio e salto a fare un post.. ci vediamo lì, spero. ;)

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  43. A M.:
    Non direi proprio di aver bisogno di certezze. Una delle poche cose che ho imparato, è che in questa cazzo di vita, di certo non c'è proprio una sega.
    E non è neanche il fatto di ricadere - che ormai dovrei averci fatto il callo, tante volte è successo.
    Il punto è che c'è chi è stato fatto per vivere, e chi no. Io non lo so come si fa a vivere, nessuno me l'ha mai insegnato, o io non sono stata capace d'imparare. Poco importa, lo schifo di risultato è sempre lo stesso.
    La gente se ha fame mangia, se ha sete beve, se ha sonno dorme, se si vuole arrabbiare si arrabbia, se è momentaneamente felice ride. Io se ho fame non mangio, se ho sete non bevo, se ho sonno non dormo, se mi incazzo con qualcuno rimbalzo la rabbia su me stessa, per volermi sentire tosta prima mi sballavo, ora restringo. Poco conta, sempre lì s'arriva. Se in una finzione faticosa ma tutto sommato efficace sono finora riuscita a barcamenarmi non facendo trasparire la mia disumanità, dentro posso dire di essermi sempre sentita un mostro.
    Perchè a me la vita media non è mai bastata.
    Non mi bastava mai niente. Volevo tutto. Volevo tutta la vita possibile, tutta la libertà possibile, tutti i sogni possibili. Ho ottenuto tutto il cazzo di dolore possibile.
    Ogni sera mi sembra di preparare il discorso per il mio funerale, dove tra l’altro presumo di non essere presente. “Una ragazza tanto sensibile, tanto intelligente, che avrebbe potuto dare tanto al mondo ma che non ce l’ha fatta”. Continuate a vivere voi, vivere e piangere e incazzarvi e ridere e cullarvi nei vostri sogni ed illusioni e mondi alla panna montata e occhialetti dalle lenti rosa e percepire per un attimo una qualche quiete. Io non la conosco la stramaledetta quiete. Se prima qualche volta arrivava, insieme alle illusioni a lei congiunte, adesso so che è solo un'altra stupida costruzione mentale. È solo quello che c'è prima di una nuova tempesta, e ogni tempesta è peggiore dell’altra.
    Uno stronzo di assistente di comunità, quand'avevo 20 anni, mi disse: “Non hai coraggio di vivere”. Non è vero. Ce l’ho. E' che non lo so come cazzo si fa a vivere. Da quando sono infilata nella cazzo di anoressia sono stata solo capace ad incasinarmi senza mai rilassare i nervi e perdermi in qualche sublime puttanata. Cosa rimane? Vedi, si torna lì: niente.

    Jonny

    (Se ho scritto "Perchè ne sono così convinta", è perchè ne sono effettivamente convinta. Altresì non l'avrei scritto.
    E, per mettere fine alla confusione di sessi, sono una ragazza. Vedi mese di Dicembre nel calendario sottostante)

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