lunedì 9 novembre 2009
E se sapeste che il futuro non c'è... che presto dovrete morire, e ogni cosa è barbarie?
Per cosa viviamo? Cos'è la "felicità"? Avete mai pensato alla felicità come a una "facoltà", un "senso" dell'anima, che si può esercitare, con determinazione e fiducia, come si esercitano i muscoli? Avete mai provato a chiedere non "cose" che diano felicità, ma aiuto a sviluppare questa facoltà?
21 novembre 1941
(…) … balzo dal divano foderato di azzurro incalzata da una domanda.. “la domanda”. Mentre sono piena di problemi di etica, di verità … ecco che spunta fuori un “problema di cibo”. Forse qualcosa da analizzare, dopotutto? Penso che ogni tanto – ma meno di un tempo- mi rovino semplicemente per mancanza di controllo, una sorta di avidità per cui nn c’è ragionamento che tenga. E d’un tratto penso che ho “un problema di cibo” e che vada messo in chiaro. Dopo tutto, è un fatto SIMBOLICO. Probabilmente è la STESSA avidità della mia vita spirituale. Questo voler incamerare un’enorme quantità di cose, che ogni tanto culmina in una pesante abbuffata: potrebbe essere una spiegazione e forse esiste una relazione con questa ansia e con la mia cara mamma (…) Con QUELLA PAURA che nella vita TI SFUGGA QUALCOSA finisci per PERDERE TUTTO, per mancare la realtà.
Giorni dopo
(..) stanotte un sogno sul problema del cibo. (…) tanta gente intorno a un tavolo e S. a capotavola mi chiede: perché non vai mai a trovare gli altri? E io: perché quel mangiare è una gran noia. (…).
Giorni dopo
Qualcosa mi sta succedendo e non so se è un semplice stato d’animo o qualcosa di serio. Mi sembra di reggermi di nuovo su me stessa. Ieri sera pedalavo nella buia e fredda strada- se solo potessi ripetere tutto quel che borbottavo: mio Dio, prendimi per mano, ti seguirò, non farò troppa resistenza. Non mi sottrarrò a niente (..) ma tu ogni tanto concedimi un breve momento di pace. (…) Purché tu mi tenga per mano. Andrò dappertutto allora, e cercherò di non avere paura. E dovunque mi troverò cercherò di irradiare un po’ di quell’amore, di quel vero amore per gli uomini che mi porto dentro. Ma non so se è vero, non so se lo possiedo. Non voglio neanche essere così “speciale”, voglio solo cercare di essere quella che in me chiede di svilupparsi pienamente. (…) e lo farò, malgrado la stanchezza e il senso di ribellione che ogni tanto mi prendono. Prometto di vivere questa vita fino in fondo, di andare avanti.
Giorni dopo
Ieri sera, subito prima di andare a letto, mi sono trovata improvvisamente in ginocchio nel mezzo di questa grande stanza, tra le sedie di acciaio e la stuoia chiara. Un gesto spontaneo, spinta da qualcosa più forte di me. (..) queste parole mi accompagnano ormai da settimane: bisogna avere anche il coraggio di dirlo. Avere il coraggio di pronunciare il nome di Dio. Una volta S. mi ha detto che ci ha messo molto tempo, come se ci avesse sempre trovato qualcosa di ridicolo. (..) può sembrare paradossale, ma S. guarisce le persone insegnando loro ad accettare il dolore.
Lunedì 18 maggio 1942
(..) le minacce e il terrore crescono di giorno in giorno. Mi innalzo intorno una preghiera come un muro oscuro che offra riparo, mi ci ritiro come in una cella, ne esco fuori più raccolta, concentrata e forte. Questo ritirarmi diventa una realtà sempre più grande e un fatto sempre più oggettivo (..) e potrei immaginarmi un tempo in cui starò inginocchiata per giorni e giorni – sin quando nn sentirò intorno questi muri che mi impediranno di sfasciarmi, perdermi e rovinarmi.
Martedì 26 maggio 1942
(…) “ci si abbandonava smodatamente alle proprie tristezze, fino all’autodistruzione”: è diventata una frase leggendaria, ora non succede più. Anche nei giorni di grande stanchezza non mi lascio cadere così in basso. La vita rimane una corrente continua e ininterrotta, forse in questi giorni un po’ più ostacolata, ma continua a scorrere. Non dico più: sono così infelice, nn so più che fare, questo nn mi importa più di niente. Una volta, avevo ogni tanto la pretesa di essere la persona più infelice della terra.
Sabato 30 maggio 1942
(…) fra le nude braccia della vita (ieri sera) stavo così sicura e protetta e pensavo: com’è strano. C’è la guerra. Ci sono campi di concentramento... barbarie si accumulano. Camminando per le strade so che in quella casa c’è un figlio in prigione, in un’altra un padre preso in ostaggio, o un ragazzo diciottenne condannato a morte. So quanta gente è agitata, il grande dolore umano che si accumula, la persecuzione e l’oppressione: so che tutte queste cose esistono e continuo a guardar bene in faccia ogni pezzetto di realtà nemica. Eppure, in un momento di abbandono, mi ritrovo sul petto nudo della vita e le sue braccia mi circondano così dolci e protettive, e il battito del suo cuore nn so ancora descriverlo: così lento e regolare e così dolce, quasi smorzato, ma così fedele come nn dovesse arrestarsi mai, e anche così buono e misericordioso. Io sento la vita in questo modo, né credo che una guerra, o altre insensate barbarie, potranno cambiarvi qualcosa.
Martedì, 9 giugno 1942
(… notizie dal ghetto, evidenze dell’annientamento – certezze di catastrofe) chiaro che nn gli ho detto tutte queste cose nella nostra passeggiata – gli ho detto solo: forse è la mia paura di non superare la prova. E lui, molto serio e calmo insieme: quella prova verrà per tutti noi.
Dopo di che ha comprato cinque piccoli boccioli di rosa e me li ha messi in mano dicendo: “lei non si aspetta mai nulla dal mondo esterno, e così FINISCE SEMPRE PER RICEVERE QUALCOSA”.
Sabato, 20 giugno 1942
(…) dappertutto disposizioni che ci vietano sempre nuove cose. Ora gli ebrei non possono nemmeno andar in un parco. Ma sopra quell’unico pezzo di strada che ci rimane c’è pur sempre il cielo, tutto quanto. Non possono farci niente, non possono veramente farci niente. Possono (renderci la vita infernale) e tuttavia: siamo soprattutto noi stessi a derubarci da soli. Trovo bella la vita, e mi sento libera (…) la vita è difficile, ma non è grave. (..) “lavorare su se stessi" non è proprio una forma di individualismo malaticcio. Una pace futura potrà davvero essere tale solo se prima sarà stata trovata da ciascuno in se stesso – se ogni uomo si sarà liberato dall’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore, se non è chiedere troppo. E’ l’unica soluzione e potrei continuare per pagine e pagine.
Sono una persona felice e lodo questa vita, la lodo davvero, nell’anno del Signore 1942, l’ennesimo anno di guerra.
(dal Dario di Etty Hillesum, morta ad Auschwitz nel 1943).
21 novembre 1941
(…) … balzo dal divano foderato di azzurro incalzata da una domanda.. “la domanda”. Mentre sono piena di problemi di etica, di verità … ecco che spunta fuori un “problema di cibo”. Forse qualcosa da analizzare, dopotutto? Penso che ogni tanto – ma meno di un tempo- mi rovino semplicemente per mancanza di controllo, una sorta di avidità per cui nn c’è ragionamento che tenga. E d’un tratto penso che ho “un problema di cibo” e che vada messo in chiaro. Dopo tutto, è un fatto SIMBOLICO. Probabilmente è la STESSA avidità della mia vita spirituale. Questo voler incamerare un’enorme quantità di cose, che ogni tanto culmina in una pesante abbuffata: potrebbe essere una spiegazione e forse esiste una relazione con questa ansia e con la mia cara mamma (…) Con QUELLA PAURA che nella vita TI SFUGGA QUALCOSA finisci per PERDERE TUTTO, per mancare la realtà.
Giorni dopo
(..) stanotte un sogno sul problema del cibo. (…) tanta gente intorno a un tavolo e S. a capotavola mi chiede: perché non vai mai a trovare gli altri? E io: perché quel mangiare è una gran noia. (…).
Giorni dopo
Qualcosa mi sta succedendo e non so se è un semplice stato d’animo o qualcosa di serio. Mi sembra di reggermi di nuovo su me stessa. Ieri sera pedalavo nella buia e fredda strada- se solo potessi ripetere tutto quel che borbottavo: mio Dio, prendimi per mano, ti seguirò, non farò troppa resistenza. Non mi sottrarrò a niente (..) ma tu ogni tanto concedimi un breve momento di pace. (…) Purché tu mi tenga per mano. Andrò dappertutto allora, e cercherò di non avere paura. E dovunque mi troverò cercherò di irradiare un po’ di quell’amore, di quel vero amore per gli uomini che mi porto dentro. Ma non so se è vero, non so se lo possiedo. Non voglio neanche essere così “speciale”, voglio solo cercare di essere quella che in me chiede di svilupparsi pienamente. (…) e lo farò, malgrado la stanchezza e il senso di ribellione che ogni tanto mi prendono. Prometto di vivere questa vita fino in fondo, di andare avanti.
Giorni dopo
Ieri sera, subito prima di andare a letto, mi sono trovata improvvisamente in ginocchio nel mezzo di questa grande stanza, tra le sedie di acciaio e la stuoia chiara. Un gesto spontaneo, spinta da qualcosa più forte di me. (..) queste parole mi accompagnano ormai da settimane: bisogna avere anche il coraggio di dirlo. Avere il coraggio di pronunciare il nome di Dio. Una volta S. mi ha detto che ci ha messo molto tempo, come se ci avesse sempre trovato qualcosa di ridicolo. (..) può sembrare paradossale, ma S. guarisce le persone insegnando loro ad accettare il dolore.
Lunedì 18 maggio 1942
(..) le minacce e il terrore crescono di giorno in giorno. Mi innalzo intorno una preghiera come un muro oscuro che offra riparo, mi ci ritiro come in una cella, ne esco fuori più raccolta, concentrata e forte. Questo ritirarmi diventa una realtà sempre più grande e un fatto sempre più oggettivo (..) e potrei immaginarmi un tempo in cui starò inginocchiata per giorni e giorni – sin quando nn sentirò intorno questi muri che mi impediranno di sfasciarmi, perdermi e rovinarmi.
Martedì 26 maggio 1942
(…) “ci si abbandonava smodatamente alle proprie tristezze, fino all’autodistruzione”: è diventata una frase leggendaria, ora non succede più. Anche nei giorni di grande stanchezza non mi lascio cadere così in basso. La vita rimane una corrente continua e ininterrotta, forse in questi giorni un po’ più ostacolata, ma continua a scorrere. Non dico più: sono così infelice, nn so più che fare, questo nn mi importa più di niente. Una volta, avevo ogni tanto la pretesa di essere la persona più infelice della terra.
Sabato 30 maggio 1942
(…) fra le nude braccia della vita (ieri sera) stavo così sicura e protetta e pensavo: com’è strano. C’è la guerra. Ci sono campi di concentramento... barbarie si accumulano. Camminando per le strade so che in quella casa c’è un figlio in prigione, in un’altra un padre preso in ostaggio, o un ragazzo diciottenne condannato a morte. So quanta gente è agitata, il grande dolore umano che si accumula, la persecuzione e l’oppressione: so che tutte queste cose esistono e continuo a guardar bene in faccia ogni pezzetto di realtà nemica. Eppure, in un momento di abbandono, mi ritrovo sul petto nudo della vita e le sue braccia mi circondano così dolci e protettive, e il battito del suo cuore nn so ancora descriverlo: così lento e regolare e così dolce, quasi smorzato, ma così fedele come nn dovesse arrestarsi mai, e anche così buono e misericordioso. Io sento la vita in questo modo, né credo che una guerra, o altre insensate barbarie, potranno cambiarvi qualcosa.
Martedì, 9 giugno 1942
(… notizie dal ghetto, evidenze dell’annientamento – certezze di catastrofe) chiaro che nn gli ho detto tutte queste cose nella nostra passeggiata – gli ho detto solo: forse è la mia paura di non superare la prova. E lui, molto serio e calmo insieme: quella prova verrà per tutti noi.
Dopo di che ha comprato cinque piccoli boccioli di rosa e me li ha messi in mano dicendo: “lei non si aspetta mai nulla dal mondo esterno, e così FINISCE SEMPRE PER RICEVERE QUALCOSA”.
Sabato, 20 giugno 1942
(…) dappertutto disposizioni che ci vietano sempre nuove cose. Ora gli ebrei non possono nemmeno andar in un parco. Ma sopra quell’unico pezzo di strada che ci rimane c’è pur sempre il cielo, tutto quanto. Non possono farci niente, non possono veramente farci niente. Possono (renderci la vita infernale) e tuttavia: siamo soprattutto noi stessi a derubarci da soli. Trovo bella la vita, e mi sento libera (…) la vita è difficile, ma non è grave. (..) “lavorare su se stessi" non è proprio una forma di individualismo malaticcio. Una pace futura potrà davvero essere tale solo se prima sarà stata trovata da ciascuno in se stesso – se ogni uomo si sarà liberato dall’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore, se non è chiedere troppo. E’ l’unica soluzione e potrei continuare per pagine e pagine.
Sono una persona felice e lodo questa vita, la lodo davvero, nell’anno del Signore 1942, l’ennesimo anno di guerra.
(dal Dario di Etty Hillesum, morta ad Auschwitz nel 1943).
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Non credo assolutamente che questa ragazza sia assurda, anzi è da ammirare perchè è riuscita (a quanto ho capito) a trovare la pace con se stessa e con tutto il resto malgrado la guerra e le ingistizie di quel periodo, non è facile soprattutto visto che era una ragazza ebrea e quindi ancora più coinvolta!
RispondiEliminaLei parla di un problema col cibo, e chiede la forza di poterlo superare, affrontare?
bene bene mari adesso ci diamo a far venire i sensi di colpa alle povere ragazzine innocenti, eh?? (io...) xD
RispondiEliminadetto ciò
lui è una cosa troppo mia, non riesco a parlarne qndi SCUSA
bel post
ma... mi sorge un dubbio esistenziale!!!
non ci racconti mai qualcosa di TUO TUO
why?
6 forse uno strano agente della CIA FBI?
hai una missione speciale che non puoi rivelarci? :P
ora faccio un po' la demente ma ti assicuro che questa domanda me la pongo da un po' (non se sei un qualche strano agente, ma del perchè non scrivi qlcs di TUO TUO)
un bacio!
ps. sono corsa più veloce del vento a commentare... notevole, no?
Sono stata attratta in primis dal titolo di questo post... perchè è un qualcosa che sento di comprendere e di condividere... come le parole di questa ragazza... Decontestualizzate, ovviamente, prioettate su una realtà completamente diversa, eppure... Eppure qualcosa c'è. Qualcosa che ci lega, che ci accomuna, che ci unisce... che me la fa sentire vicina anche se ci sono tanti anni che ci seprano.. Forse perchè anch'io sto vivendo "a tempo determinato"... ed è stato solo dopo aver sbagliato, dopo aver superato il limite ed essere stata casualmente risportata indietro che l'ho capito... La necessità di godere del tempo che mi è stato dato, perchè non è tanto... avrebbe potuto essere di più, forse, io l'ho mandato un bel po' a puttane... ma ho solo questa occasione, per quello che mi rimane, voglio provare a sfruttarla fino in fondo... "Find put who you are before you regret it, because life is too short, there's no time to waste it..."
RispondiElimina...molto bello il post...soprattutto mi è piaciuta la frase "trovo bella la vita e mi sento libera"perchè credo proprio che in quel periodo ce ne volesse proprio molto di coraggio per pensare certe cose!!!!cmq si è vero ho scritto cose molto diverse sul mio blog da quelle che ho scritto qua,è che erano dei giorni un po'brutti perchè il mio cavallo aveva avuto una colica e stava rischiando di brutto...quindi mi sentivo proprio demotivata...comunque ora ho trovato un modo per ottenere finalmente quello che voglio senza dover rinunciare al mio cavallo...è tutto perfetto,spero solo funzioni!!!!!grazie per essere passata...bacio!!!!
RispondiEliminaNon aver letto interamente questo diario, di cui conosco pochissimi stralci, e' una mia grande lacuna, che colmero' quanto prima.
RispondiEliminaPotrebbe aiutarmi a ridimensionare le mie pretese nei confronti della vita.
A capire che la vita e' bella anche nelle circostanze piu' dure ed estreme.
" Si e' a casa sotto il cielo. Si e' a casa dovunque su questa terra se si porta tutto in noi stessi ".
" Dobbiamo avere il coraggio di abbandonare tutto,ogni norma e appiglio convenzionale,dobbiamo osare il gran salto nel cosmo, e allora, allora sì che la vita diventa infinitamente ricca e abbondante, anche nei suoi piu' profondi dolori".
Io e' da poco che lo sto iniziando finalmente a capire.
Grazie anche per aver proposto questa testimonianza.
Scusatemi, ho fatto un post su una faccenda molto "pesante", me ne rendo conto, e per giunta sono sparita.. è vero, in questi giorni ho poco tempo e anche poca voglia di scrivere perché nn riesco a concentrami, fra poco tornerò a imperversare!!! ma ora è così...
RispondiEliminaPasso solo un momento per dirvi grazie per i vostri commenti, e in particolare ...
@ Jessie grazie di esser passata; si, Etty aveva un "problema alimentare" in un'epoca in cui nn se ne parlava affatto, ed era quasi impossibile capire COSA stesse succedendo.. ma non direi che lei chieda "la forza di poterlo superare, affrontare", nel senso: non questo in particolare. Lei chiede invece la forza per affrontare la vita, ed ecco che dal dentro di se stessa emerge ANCHE l'intuizione che questa ansia di cibo nn c'entra col cibo in sè.. è una forma primitiva e incontrollata che denuncia un'altra fame.. una FAME SPIRITUALE così forte che poi la condurrà a diventare una persona incredibile.. ma intanto, man mano che lei fa questa strada "quei problemi" spariscono, nel nulla. Io nn dico certo che bisogna essere "come lei".. ma certo che la sua storia intensissima e particolare ci può dare ispirazione, aiutarci anche a vedere le cose da un punto di vista nuovo. Anche se arduo, mi rendo conto.
@ Virgi, son contenta che i sensi di colpa abbiano funzionato! certo, questi e anche altri mezzucci!... sulla tua domanda.. ti sbagli, io di me parlo un sacco, ma proprio tanto. Quasi nessuno sa di questo blog, ma se ci capita qualcuno che mi conosce mi becca subito, il che nn va bene perché.. perché... boh, perché nn mi sentirei più libera di dire tutto, ma proprio TUTTO quello che voglio..
@ Veggie mi fa tanto piacere quello che scrivi.. devo dirti la verità io NON so come potrei vivere, reggere tutto il peso che può avere la vita, se come te pensassi che esiste solo quello che vediamo, e che siamo solo muscoli, ossa e neuroni... certo pensavo anch'io così, e chiunque la vedeva diversamente mi sembrava solo un ingenuo.. e infatti me la sono vista brutta. Nn so spiegarti cosa succede, a un tratto.. quello che è successo a Etty. Ma succede e io te lo dico per esperienza personale.
@SRIJBP .. mi fa tanto piacere che vada meglio!! grazie di essere tornata e anche del commento al post. Hai ragione, ci vuole coraggio.. e coraggio e fiducia vanno insieme.. è un bel casino decidersi a provare ad avere "fiducia".. ma poi si scopre che è una cosa magica che "sblocca", riduce i problemi per il solo fatto di esserci.
@ Evaluna !! mi fa moltissimo piacere che vuoi leggerla.. perché davvero Etty è una persona che è un privilegio conoscere. Ho letto che i suoi lettori si dividono in 3 tipi: 1. quelli che chiudono il libro dopo poche pagine, 2. quelli che faticosamente arrivano alla fine, e restano perplessi 3. quelli che la ascoltano avidamente, e alla fine si ritrovano cambiati - grazie a lei cambiano dentro, e cambia la loro vita.. io sono del terzo tipo; e magari dirà qualcosa di importante anche a te.. lo spero!
baci a tutteeeeeeee! a prestissimo!!
non è che non trovavo interesse nelle cose che mi hai detto te, è che ormai era una cosa che avevo fissa in testa.
RispondiEliminaa parte quest'anno che il natale sarà ancora + tragico degli altri, mi sono sempre sentita sola perchè fare il natale divisa in due famiglie non è bello.
sono forte in certe situazioni, ma a volte sono una ragazza debole. e con la mia debolezza sono caduta in quello che avevo promesso di non fare. è durato poco, ma tornerà quando avrà voglia.
mi sento in colpa.
scusa.
ciao
ciao, scusa il disturbo..ho aperto un blog per confrontare le storie di ragazze che si ritrovano a combattere con i disturbi alimentari..se ti va passa a dare un'occhiata,sei ben accetta.un bacio
RispondiElimina...beh...un po'perche ho paura...non saprei che dirle...vorrei solamente sentire la sua voce che mi rassicura...che mi dice che ve tutto bene!!!!Ma non lo faccio perchè so che tanto poi me ne starei sempre zitta...e inoltre quando stavo male(non che ora stia una meraviglia,però va un po' meglio)mi telefonava...poi da un giorno all'altro basta...più sentita...e io siunceramente ci sono un po'rimasta male...un po'tanto...più che altro perchè avevo finalmente iniziato a fidarmi... =(
RispondiEliminaMari, io non penso assolutamente che chi la vede diversamente da me sia un ingenuo... anzi, io ho profondo rispetto per ogni qualsiasi opinione, uguale o differente alla mia che sia...
RispondiEliminaDici che non sai come potresti vvere e reggere il peso della vita se pensassi che siamo solo anatomia... e mi viene da sorridere, perchè per me è proprio l'esatto contrario... A me questa concezione "materialista" della vita è proprio quella che mi rende tranquilla e mi permette di andare avanti... Sapere che sono a tempo determinato, che devo vivere a fondo il qui e l'ora, perchè non avrò una seconda possibilità, mi dà una grande energie e una grande voglia di affrontare a testa alta tutte le sfide... Nella convinzione (non uso la parola "consapevolezza", anche se era quella che mi era venuta in mente, perchè forse non è totalmente calzante) che quando avrò esaurito il mio tempo, non ci sarà altro. Ed è proprio il fatto che dopo non ci sarà altro che mi porta a vivere quello che ho ora con passione.
Non credo che la felicità si possa scovare dal nulla. è proprio dalla condizione di più profondo dolore che si risale, non è grazie alla notte che abbiamo il mattino?
RispondiEliminadove sei sparita? ti avevo lasciato un commento tempo fa, ma non ho avuto tua risposta..
un abbraccio, spero tu stia bene ^^
...il punto è che non è una psicologa...bensì il mio medico di base...e tra l'altro ho paura di romperle...
RispondiEliminamari ti dico il titolo del mio film preferito
RispondiEliminaqnd hai tempo vglia guardlo e dimmi csa ne pensi
"little miss sunshine"
bacio
Questo commento non c'entra niente con il post, o forse un pochino sì visto che sempre di ebrei si tratta, ma ci tenevo a farti sapere che ho appena guardato il video, o meglio il bellissimo messaggio di pace che hai suggerito a Md sul suo blog, riguardo il conflitto israelo-palestinese.
RispondiEliminaQuella pace che difficilmente si raggiungera' se le barriere vengono innalzate invece che abbattute...ma voglio provare a crederci, e soprattutto a credere che il primo gradino e' la pace con noi stessi, per poi cercare di salvare il mondo, anche laddove tutto sembra perduto...
Ciao Mary!Sono nuova, mi chiamo Aisling,sono rimasta molto colpita da queste pagine di diario e dal video, io sono credente e fino a qualche tempo fa avevo anche una grande fede ma da quando sono caduta in questo tunnel, sento Dio sempre più distante da me e non riesco più a pregare come prima.. Ammiro tanto questa ragazza che si è sacrificata per portare Dio al campo di concentramento e forse ha trovato la serenità che sto cercando..
RispondiElimina...No...io non credo che il post che ho scritto sia assurdo...sono semplicemente i miei desideri...cmq...non è che io dico semplicemente di amarlo e poi non lo dimostro...perchè non è affatto così...lui non centra nulla in queste decisioni...a lui basta che io sia lì con lui giorno dopo giorno...non ricommetterei mai l'errore di permettere a mia madre di venderlo...non potrà accadere mai più...Non ce la faccio a reagire...ma ci sto imparando a convivere con questa cosa...e alla fine riesco a sopravvivere bene...
RispondiEliminanono...grazie a dio sono più alta di125cm...cmq non è questione di sapere o non sapere...io vorrei solo essere felice di me stessa...poter uscire di casa senza ritornarci dopo max2minuti...vorrei solo esssere magra...ok devo mettere in gioco tutto quello che ho...ma non si può ottenere nulla se non si rischia qualcosa...mq sn alta 1.65
RispondiEliminagrazie mari
RispondiEliminama l'aiuto fuori di casa dove lo chiedo?
non voglio andare da servizi soiali e ste cose
mi mancano solo 2 anni e mezzo ai miei 18 anni
e poi parlando dal punto di vista economico, non voglio togliermi tutti quei privilegi che la mia "famiglia" può darmi e magari un'altra no
poi non mi affezionerei mai a nessuno
nè ai miei genitori nè a una nuova famiglia
oltretutto se andassi mai ai servizi sociali e loro volessero affidarmi a 1 altra famiglia, mio padre contutti i suoi begli inciucci non glielo permetterebbe
e sarebbe tutt punto a capo
con la differenza che i miei genitori sarebbero arrabbiati con me pe la figuraccia che gli ho fatto fare
un bacio
volevo solo ringraziarti che mi segui e mi commenti,
RispondiEliminami piace il tuo blog,purtroppo ciò che vorrei commentare è spesso qualcosa di banale a confronto e rinuncio!ma avbbè!!
ti mando un bacio
Complimenti per ciò che scegli di postare, e per ciò che quindi sei stata capace di scovare e conoscere, per poi divulgare. Questi frammenti sono intensissimi e lucidi e chi li ha scritti deve esser stata una persona con una mente davvero aperta perchè ha avuto una sensibilità che ha anticipato i tempi, e questo nonostante avesse la dura realtà con cui si è trovata a fare i conti. Eppure... che bel messaggio. Una persona affetta da DCA ma con una vitalità così intensa da sfidare le restrizioni dovute alle leggi raziali, a dimostrazione che quel continuo "lavoro su se stessi" che chi ha problemi col cibo deve quasi obbligatoriamente intraprendere di continuo può invece essere un punto di forza, un PUNTO DI PARTENZA, che ti permette di restare umano nel bel mezzo dell'orrore...
RispondiEliminaScusa se non ti ho risposto prima.
RispondiEliminaHo letto il tuo commento poco dopo che tu l'avevi postato, ma non ero pronta per darti una risposta, non avevo capito appieno. E sopratutto in quel momento non avevo voglia di scavare dentro di me, e per capire il tuo messaggio dovevo scavare dentro di me. Beh, ora lo so. Io non voglio mollare. Devo liberarmi di tutto questo. Ho fatto una colazione molto riduttiva, non avevo alcuna voglia di mangiare PER UNA VOLTA! A pranzo seguirò la dieta prescritta dal dietologo.
scusa ma cosa intendi esattamente dicendo "seguire passivemente una corrente imbizzarrita"?!?!?!non vorrei fraintendere
RispondiEliminascusa potresti cosa intendi esattamente quando dici"seguire passivamente una corrente imbizzarrita"?!?!?!!?non vorrei fraintendere
RispondiElimina