sabato 21 gennaio 2012

Anoressia/bulimia "epidemia del terzo millennio"? un suggerimento all'Ordine dei Medici

Bontà sua la categoria dei medici scopre finalmente (forse) la gravità dell’epidemia di anoressia/bulimia, e (quando ormai i buoi sono scappati da anni) si accinge a dare un’occhiatina alla porta della stalla. E infatti ecco che, all’alba del 2012, l’Ordine dei Medici di Roma si spinge alla mirabolante iniziativa di istituire una “Commissione per le patologie alimentari” (che ancora prima di nascere è già arrivata ultima) e che a sua volta debutta domani, 21 gennaio 2012, con il corso di aggiornamento: “Alimentazione e male di vivere. Le patologie del comportamento alimentare: l’epidemia del terzo millennio. Un approccio integrato”.  Allelujah!! Diciamo noi. E diciamo anche: era ora! E anche: non vi sentite un tantino in ritardoMa soprattutto.. siete sicuri di tutto quello che dite?
Comunque.. iniziativa lodevole! ci piace che ci si rivolga ai "medici di base", e che si parli di "approccio integrato". Meglio tardi che mai. La coordinatrice di questa neonata commissione, la dott.ssa Ludovica Costantino, ha rilasciato ieri le sue dichiarazioni ad Affari Italiani;  le trovate qui
Così, corro a leggere speranzosa.. e qui... non so voi. A me sembra che manchi qualcosa. Anzi, molto. D’altro canto c’è anche qualcosa di troppo. E un bel po’ di confusione. Ma come si fa a dire, per esempio, che “apparentemente  anoressia e bulimia sembrerebbero  agli antipodi, in realtà poi, andando a fondo (ma a fondo dove? Ndr) ci si accorge che queste gravi malattie hanno un filo sottile che le lega”..??
Cosa lega cosa? A me pare che anoressia e bulimia siano “legate” dal semplice fatto di essere esattamente, strettamente, 2 facce della stessa identica cosa.
Cari medici, ma davvero non lo sapete? ma dove vivete? ma non lo sapete che, anche nelle vostre case, questa "malattia" impazza, vi sfiora ogni giorno, vi riguarda tutti da vicino? insomma; non so, NON mi ci ritrovo.
Io NON sono un terapeuta, né mi sogno di esserlo; io NON sono un medico, né uno psichiatra. Ma, almeno dalle dichiarazioni che si leggono in questo pezzo, ho la netta sensazione che questi “esperti” stiano brancolando nel buio.

Prima di arrabbiarvi, signori Medici, visto che la posta in gioco è alta, cosa ne dite di sentire (anche) quelli che da anni, e anni, e anni, se ne occupano; chessò, magari di farvi dare un aiutino da chi già da un bel pezzo sputa sudore e sangue sulle misteriose patologie di cui avete deciso di iniziare a occuparvi..? gente tipo l’Aba, per esempio.
Secondo me risparmiereste molto tempo e sforzi inutili, esperimenti e supposizioni che è inutile ripetere, perché oramai sono stati già fatti e ampiamente superati.

7 commenti:

  1. Roba da pazzi... Medici che fanni i saputi con terminologia scientifica quando, è palese, non hanno la minima ideaa di che cosa stiano parlando.
    L'anno scorso nella mia scuola era venuta una nutrizionista a parlarci di disturbi alimentari. Io che sono blumica da 2 anni ascoltavo basita il mare di boiate che quella tipa sparava.
    Sul serio, questi non sanno proprio con cosa hanno a che fare

    RispondiElimina
  2. Ciao..
    In un momento di indecisione sul mio futuro..credo che questo post mi stia dando una mano..5 esami e finisco medicina..e poi?
    Vorrei tanto potermi dedicare ai DCA..ma non nel modo descritto qui..perchè io l'inferno l'ho attraversato..e tutt'ora qualche volta mi passa vicino..ma so che i medici non sanno cosa siano davvero i DCA ed danno definizioni da "manuale"..
    Utopia la mia?..forse no..ma i muri da abbattere sono tanti..

    RispondiElimina
  3. Scandaloso. e sono i primi a prescriverti psicofarmaci, a volerti "curare".

    RispondiElimina
  4. Il verme che inizia a far marcire la mela è dovuto al fatto che al giorno d'oggi tutti vogliono tutto nel modo più facile. Hai un lavoro? ebbene te lo tieni stretto, t'impegni per arrampicarti lungo la scala del prestigio sociale col minimo sforzo. Che ci vuole? basta prendersi una seconda laurea (di cui alcuni dottori non se ne fanno nulla ma... haimé devono coprire una piccola crepa nella parete del proprio ufficio) altri se ne stanno in panciolle pensando e credendo dal loro piedistallo di specialisti magari che quello studiato un giorno sia Bibbia. Invariabile e inconfutabile; ecco che i corsi di aggiornamento scarseggiano, e se vengono istituiti pochi sono coloro i quali realmente si sforzano di conciliare i mille impegni tra lavoro e famiglia per Essere davvero e non solo Apparire.
    Sarà che il passare degli anni rende tendenti all'inerzia? ... fare il medico fa dimenticare che non serve solamente prescrivere medicinali&co.
    Alle volte, capita, che tra le tante persone che si recano ai consulti non ci sarebbe bisogno d'imbottirle di farmaci, ma solo di ... un amico. Un po' di verità. Un abbraccio e prendere un pochino di coraggio in più per estrapolare tutti i fastidi che dentro poi marciscono e fanno cadere in ossessioni e roba varia.

    Ti abbraccio Mari e grazie per ogni tuo post ^^

    RispondiElimina
  5. Ogni tanto fanno finta che la cosa li interessi, ma sappiamo benissimo tutti che dopo le storie di disturbi alimentari nei talk show o sui giornali si passa a parlare di diete o a criticare quella povera stronza che ha osato ingrassare.
    Disgustoso.
    E' quello che ho scritto nel post di ieri, più o meno.
    Baci, dolce Mari.

    RispondiElimina
  6. ciao! :) pensa che la Asl della mia regione ha detto che "i disturbi alimentari sono una forzatura. Non esistono". Il medico che mi ha in cura da 5 anni (su 8 che sto male) ha dato le dimissioni e probabilmente l'unico centro regionale che tratta queste problematiche chiuderà. Ora dico una cosa: ma quindi tutte quelle persone che frequentano il centro sono malati immaginari??
    Spero che le cose possano cambiare...
    ti seguo :)
    un bacione!

    RispondiElimina
  7. Nel commentare questo post mi trovo un po' bipartita... perchè guardo la cosa sia dalla parte dell'anoressica (data la mia esperienza) sia dalla parte del medico (dati i miei studi)... ed è effettivamente difficile trovare un equilibrio. Parto dall'idea che chi non ha vissuto una cosa sulla propria pelle non potrà mai sapere come veramente sia... può supporlo, ma non può realmente saperlo. Può però certamente cercare di comprenderlo. Non di capirlo, ma di comprenderlo. Questo credo sia lo "sforzo" che dovrebbe essere richiesto ai medici. Ben vengano i corsi di aggiornamento/formazione se sono tenuti da persone competenti che da tanti anni studiano e lavorano nel campo dei DCA. Possono essere comunque, per quanto in maniera limitata e parziale, una forma d'avvicinamento. Un modo per superare certi preconcetti che, più che alla classe medica, mi sembra appartengano ad un bel po' di gente, quando si parla di DCA. Non mi dispiace comunque l'idea di un' "apertura", purechè ovviamente sia condotta in maniera adeguata, non con l'approccio da talk show che giustamente anche molte ragazze qui sopra criticano. Purtroppo è difficile relazionarsi ad una persona che ha un DCA, soprattutto se un medico non ha competenze specifiche al riguardo... e se viene fatto qualcosa in tal senso, non può che essere positivo. Non penso sia una cosa risolutiva... ma almeno è un piccolo passo. Da medico, se mi venisse fornita la possibilità di lavorare su problematiche psichiche che non conosco davvero, credo che mi farebbe piacere, sarebbe un modo di "crescere"... A differenza di Annalisa, "da grande" non voglio fare il medico che si occupa di DCA... semplicemente perchè credo che non sarei capace di relazionarmi in maniera adeguata a persone che hanno questo problema proprio perchè è anche mio... però voglio fare il medico che si occupa di persone. Non di malattie. Di persone.

    RispondiElimina